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Eventi dal 2013 al 2014


162. Dimarcolor Color People Festival sul lungomare centrale di Roseto - 24 luglio 2014 Il mondo dei colori ancora una volta ha trionfato. È stata una specie di cromoterapia di gruppo, in cui le sfumature delle varie tinte sono uscite sia dai gruppi musicali sia dalle tante cartelle colore che sono state distribuite. In altre parole la II Edizione del Dimarcolor Color People Festival è stata una bella rassegna musicale, un appuntamento di festa riuscita e un'occasione per informarsi sulle ultime tendenze dei prodotti vernicianti e delle decorazioni che sono così belle da cambiare l'aspetto estetico di un ambiente. Il mix tra musica e colore ha ancora una volta avuto una bellissima corrispondenza di pubblico e nonostante questa pazza stagione (è piovuto nel pomeriggio, ma durante lo spettacolo tutto è filato liscio), la manifestazione ha messo in evidenze un riscontro positivo in termini di presenze. Ad aprire la serata è stato l'energico gruppo Vuoto Elettrico e a seguire i mattatori Accessori Anni Sessanta che hanno diviso il loro intervento in due parti. Dopo circa un'ora di spettacolo hanno ceduto il posto alla brava cantante Azzurra Sorgentone, al raffinato maestro fisarmonicista Daniele Falasca (accompagnato da un suo allievo, il promettente chitarrista Pierluigi Fidanza) e al chitarrista "prodigio" di Montepagano Antonio Di Gabriele. Nella terza parte è ritornato sul palco, con grande approvazione del pubblico, il gruppo Accessori Anni Sessanta che ha rispolverato le cover sempre verdi, molto gradite dalla gente. Infatti, la caratteristica del festival è stata quella di far riferimento, anche se solo con alcuni brani, alla musica della decade del boom economico, tanto per dar un senso al sottotitolo della manifestazione, vale a dire "I colori degli anni '60". E il pulmino Volkswagen? Era lì, presente come anche nella prima edizione in prima linea, proprio sul palco.

128. Lo scorso 27 gennaio l’antica chiesa di Sant’Agostino di Atri (oggi sconsacrata e adibita ad Auditorium civico) ha accolto la presentazione del libro del prof. William Di Marco I Beatles -L’avventura più bella del mondo. Si tratta di una iniziativa editoriale nata in occasione della ricorrenza dei 50 anni di “Love me do”, il primo 45 giri (presentato il 5 ottobre 1962) del quartetto formato da John Lennon, Paul Mc Cartney, George Harrison e Ringo Starr. Unica a livello regionale e probabilmente anche in ambito interregionale, l’idea di dare vita ad un volume contenente storia completa, fenomenologia e discografia, ha riscosso un particolare successo. Un pubblico molto attento ed interessato ha fatto da sfondo ad una serata coinvolgente, che ha preso il via con un excursus storico dell’autore, al quale si sono susseguite alcune esibizioni del chitarrista Antonio Di Gabriele; infine c'è stata la chiusura, con la proiezione di un video realizzato a Liverpool nel corso di uno scambio culturale. Il prof. Di Marco ha ripercorso la storia dei leggendari Beatles, mettendo in evidenza - attraverso un’analisi propriamente sociologica e fenomenologica - la capacità che questi giovani ragazzi hanno avuto nel produrre una cultura giovanile di massa, andando ad identificare una nuova classe sociale. È stata rimarcata, inoltre, l’abnegazione al lavoro che ha contraddistinto il loro modo di operare e di intendere la realtà. Il giovane Antonio Di Gabriele ha proposto alcuni brani dei Fab Four, utilizzando una tecnica particolare, quella del “fingerstyle”, letteralmente “stile del dito”, non molto praticata per la sua complessità, ma che consente di riprodurre un’atmosfera musicale suggestiva. Al termine della sua esibizione ha ricevuto applausi e apprezzamenti. Ancora una volta si è evidenziato come iniziative di carattere culturale riescano sempre a stimolare la partecipazione del pubblico. Andrebbero per questo potenziate, soprattutto in momenti nei quali i valori più spiccatamente negativi sembrano prevaricare quelli autentici (da Eidos n° 179 del 2-2-2013).

129. Per non dimenticare: è questo il messaggio che l'Istituto Statale d'Istruzione Superiore Vincenzo Moretti vuole trasmettere agli studenti e a tutta la collettività, ricordando questo giorno importante, che ha segnato una tremenda pagina della storia mondiale. Sabato 26 Gennaio 2013 presso l'Aula Magna, i ragazzi dell'Istituto rosetano hanno avuto il piacere di ospitare due signore, che hanno vissuto i tragici anni della guerra. La Giornata della Memoria è stata istituita nel 2000 a seguito di una legge del Parlamento e da diversi anni il Moretti ha deciso di commemorare in modo ufficiale questo giorno. Le gentili ospiti, Anna Marano e Rosella Gambino, dopo una breve introduzione per ricordare il periodo storico e gli avvenimenti principali della guerra e dopo i saluti istituzionali portati a nome dell'Amministrazione comunale dal sindaco di Roseto Enio Pavone e dal suo vice Alfonso Montese, hanno raccontato come nei loro rispettivi paesi di provenienza, Tossicia e Torino, hanno vissuto i bombardamenti e le deportazioni. Molto sentito, soprattutto da parte delle due signore, è stata la proiezione del film-documentario, Olocausto: cronaca di uno sterminio, che ha ripercorso gli avvenimenti della Shoah e delle sue tragiche conseguenze, che portarono all'uccisione di sei milioni di ebrei. (da Eidos 02-02-2013)

130. All'Istituto Moretti Franco Sbrolla ha parlato del suo libro sulla Riserva del Borsacchio. L'8 febbraio 2013 si è tenuto un'importante iniziativa della Scuola Superiore rosetana, che da tempo sta affrontando con successo e riscontro il tema della microstoria. È un modo per approfondire i temi del territorio, con l'ausilio di esperti o cultori che hanno fatto studi specifici. Ospite della mattinata è stato Franco Sbrolla che ha parlato del suo lavoro editoriale dal titolo La storia di Roseto e la Riserva Naturale Borsacchio. L'intervento è stato molto seguito dagli studenti: hanno ascoltato con attenzione anche la ricostruzione storica di questo bellissimo tratto di lungomare tra Roseto e Giulianova, che stenta a decollare come area protetta vera e propria. Alla domanda di una studentessa di cosa i giovani possano fare, Sbrolla ha risposto con un invito a non distogliere mai l'attenzione sui problemi ambientali e a far sì che il nostro patrimonio naturalistico possa essere preservato per donarlo alle future generazioni, cercando di fare meglio di ciò che finora è stato fatto. L'incontro è rientrato nel quadro dell'iniziativa "La microstoria come disciplina scolastica: la storia di Roseto attraverso la Riserva Naturale del Borsacchio". (da Eidos n° 180)

131. La giornata del ricordo è stata celebrata all’Istituto Superiore "Vincenzo Moretti" sabato 9 febbraio 2013 presso l’aula magna. Si è puntata l’attenzione sul massacro delle foibe. Con questa espressione si intendono gli eccidi perpetrati per motivi etnici e/o politici ai danni della popolazione italiana, in particolare della Venezia Giulia e della Dalmazia durante la Seconda Guerra Mondiale e negli anni seguenti. Il nome deriva dai grandi inghiottitoi carsici dove venivano gettati i corpi delle vittime. Il disegno politico annessionista di Tito aveva un duplice obiettivo: l’annessione della Venezia Giulia alla Jugoslavia (con eliminazione di sovversivi italiani contrari) e l’avvento di un governo comunista jugoslavo in quelle terre. Tra i caduti figurano personalità del partito nazionale fascista, ma anche dirigenti pubblici, insegnanti, sacerdoti, parte dell’alta dirigenza italiana contraria sia al comunismo che al fascismo. Ad essere “infoibati” purtroppo non furono solo cadaveri, ma anche persone semplicemente ferite o legate le une alle altre con fili di ferro in modo che, al cadere della prima, le altre venissero trascinate. Quest’ultima modalità di esecuzione fu adottata dai partigiani di Tito come simbolo di un vero e proprio massacro. Studi rigorosi sul numero delle vittime sono stati effettuati solo negli anni Novanta da parte del governo italiano in quanto il governo jugoslavo, neanche dopo tutto il tempo trascorso, ha mai accettato di partecipare a inchieste ufficiali. A testimonianza di ciò, infatti,"La giornata del ricordo" è celebrata solo in Italia, istituita dal governo con la legge n°92 il 30 marzo del 2004, entrata poi in vigore nel 2005. In memoria di questo eccidio è stato eretto un monumento simbolo all’ingresso della foiba di Basovizza. (di Gessica Cinthi e Noemi Di Giosia da Eidos n° 180)

132. "I giovani e l’impegno sociale". È stato questo l’argomento trattato nell’ultimo convegno dell’iniziativa “La Cultura in cammino”, promossa venerdì 15 febbraio dall’associazione Cerci Concentrici Promotor,. Ospite Adriana Piatti, insegnate, direttrice d’Istituto ed ex assessore al Comune di Roseto. Una donna di forte personalità, che ha illustrato il cambiamento storico in ambito sociale avvenuto negli ultimi vent'anni a Roseto., trasmettendo al pubblico (composto prevalentemente da giovani studenti) l’importanza dell’attenzione verso gli altri. La relatrice ha sottolineato più volte che l’impegno sociale deve essere caratterizzato dalla gratuità, un valore che i ragazzi solitamente sottovalutano, ma che, dopo il suo intervento, c'è da star certi, hanno cominciato ad apprezzare. Oggigiorno la nostra società dovrebbe essere basata su un concetto fondamentale, cioè quello della famiglia, riconosciuta come punto cardine della collettività, da cui partono i primi diritti, che devono essere uguali per tutti. L’ex assessore e insegnante, secondo la sua esperienza, ha testimoniato l’esistenza di leggi specifiche che, applicate correttamente, migliorano notevolmente la vita quotidiana dei cittadini, in base alle varie esigenze: non è detto, infatti, che nel sociale tutti debbano avere tutto, bensì ciò di cui ogni individuo necessita. Per questo motivo bisogna rivolgersi alle persone che scrivono leggi, cioè i politici, che possono fare tanto, se non tutto. Per quanto riguarda i cambiamenti apportati a Roseto, il suo impegno è stato fondamentale. Diversi servizi e strutture sono nati, o successivamente incrementati, durante la sua carica di assessore. Di questi ricordiamo gli asili, la "Ludoteca comunale" per ragazzi fino a 13 anni in difficoltà familiari, mentre per quelli di età compresa tra i 13 e i 18 anni "La Cittadella". Ovviamente nelle varie iniziative non sono rimasti fuori i ragazzi portatori di handicap, a cui è stato dedicato un altro centro, per evitare che bambini e adolescenti venissero tolti alle famiglie e trasferiti in istituti. Adriana Piatti ha concluso questo interessante convegno, affermando che il discorso sociale implica un discorso etico e morale, fondamentale per il suo progresso. Inoltre ha lanciato una sfida ai giovani presenti, affinché aprano gli occhi verso gli altri, per essere pronti sin da subito ad un'educazione specifica verso i temi riguardante il sociale. (di di Stefania Di Sante e Serena Paesani da Eidos n° 180)

133 . Il primo marzo 2013, presso il Centro Piamarta di Roseto degli Abruzzi, si è tenuto l’ultimo incontro dell'edizione invernale de “La Cultura in Cammino”. Questa volta, l’ospite del convegno è stata la sociologa Giulia Paola Di Nicola, che ha affrontato uno dei temi più importanti al giorno d’oggi: le donne e il loro ruolo nella società di ieri e di oggi. Il primo punto esposto è stato il ruolo della donna nel passato, subordinata al marito e al dominio familiare. Facendo esempi di molti filosofi greci, la sociologa ha voluto sottolineare come la donna fosse veramente sottovalutata e considerata come essere umano “imperfetto”. Era vista come punto debole per la società e veniva quasi sempre screditata, ma già ai tempi dell’antichità classica voleva liberarsi dalla figura attribuitale e lottare per la sua dignità. Anche grazie alla rivoluzione francese, che sancì i primi diritti fondamentali dell’uomo, la donna non volle più legarsi a delle leggi dove non aveva alcuna rappresentanza e per questo preferì affermarsi nella società come donna lavoratrice e capace di svolgere i più duri mestieri. In riferimento all’esistenzialismo che maturò nei secoli successivi, la donna volle essere assimilata all’uomo, lottò per l'uguaglianza per tutti e volle liberarsi dal concetto di famiglia intesa come schiavitù, con le sue più antiche leggi patriarcali. Con il femminismo, la donna esalta quei valori prima sconosciuti, inizia a lavorare, ad occuparsi della sua famiglia in modo più aperto e diventa sempre più emancipata, anche se nel periodo fascista per lo Stato ritorna ad essere considerata principalmente procreatrice di figli, con il compito di educarli nel migliore dei modi. Questa rivalutazione del ruolo femminile tocca nel 1945 uno dei punti più importanti, quando per la prima volta quella che era considerata "il sesso debole" è chiamata alle urne. La nuova emancipazione crea una donna moderna, attiva e dinamica, che svolge un ruolo fondamentale all’interno della società. La sociologa Di Nicola, inoltre, ha toccato questioni molto dibattute negli ultimi decenni, come l’aborto e la liberazione sessuale, che hanno permesso alla donna, di avere la facoltà di scegliere prospettive future per la propria vita. È stata un’esperienza veramente importante, che ha permesso ai molti giovani presenti di riscoprire la storia e l’evoluzione del ruolo femminile. (di Ilaria Di Cristoforo e Talisa Feliciani da Eidos n° 181)

134. Il 18 marzo scorso, presso l’istituto Moretti di Roseto degli Abruzzi si è tenuto un convegno sull’Unità d’Italia ("A 152 anni dall'Unificazione"), a cui hanno aderito alcune classi quarte. L'evento è stato organizzato dall'associazione culturale Cerchi Concentrici Promotor, unitamente alla scuola stessa. A presiedere i lavori c'era il professore William Di Marco. Le tematiche affrontate hanno riguardato i 152 anni di vita del nostro Paese e si è partiti dai cambiamenti epocali che hanno condizionato per sempre la nostra esistenza, fino a toccare temi di vario tipo, soprattutto i grandi progressi che si sono fatti, negli anni immediatamente dopo il 1861, sul versante dell'alfabetizzazione. In quegli anni, infatti, l'Italia dovette affrontare un tema molto preoccupante, legato al fatto che oltre il 78% della popolazione non sapeva né scrivere né leggere, con punte del 90% che riguardava alcuni territori del Sud. La situazione al Nord non è che fosse migliore e l'unica zona dove c'era un'alfabetizzazione accettabile era nel Lombardo-Veneto. Tornando al convegno, è stato ribadito l'importanza della data del 17 marzo 1861, in quanto in quel giorno di tanti anni fa ci fu per la prima volta l'ufficialità della nostra Italia unita sotto un unico regno. Il nuovo Stato venne riconosciuto, in poche settimane, dai governi svizzero, britannico e statunitense. Questi, infatti, guardavano con favore alla creazione di uno Stato mediterraneo abbastanza popoloso, che fosse in grado di dare stabilità all’intero continente. La storia è ricca di avvenimenti che nel corso del tempo sono diventati fondamentali, come il 2 giugno 1946, Festa della Repubblica italiana, nata a seguito dei risultati del referendum istituzionale indetto alla fine della Seconda Guerra mondiale. Una guerra che ha scosso intere generazioni e che ha deturpato la memoria di molti uomini. La storia è maestra di vita e ci insegna che non possiamo fermare il tempo: tutto scorre molto veloce intorno a noi e tutto cambia, ma ciò che rimane indelebile è la memoria di un popolo. E il popolo italiano deve ripartire dalla valorizzazione piena del 17 marzo come festa nazionale, perché quella data è alla base della vita associata della nostra nazione. (di Giorgia Piccinini e Alessandra Temperini da Eidos n° 182 del 23-3-2013)

135. È stato presentato lo scorso 22 marzo presso la Sala Consiliare del comune di Morro d’Oro il libro del prof. William Di Marco “I Beatles - L’avventura più bella del mondo”. L’incontro è stato organizzato dall’Amministrazione comunale che ha coinvolto le associazioni del territorio, i comitati di eventi ricreativi e la Scuola Media cittadina. Il sindaco dott. Mario de Sanctis e l’assessore alla cultura Simone Fasciocco hanno ringraziato l’autore per aver scelto di presentare la sua pubblicazione nel territorio morrese, mettendo in risalto l’importanza di questi incontri culturali in una realtà piccola ma molto sensibile a queste tematiche. Il prof. Di Marco ha messo in evidenza come i Fab Four abbiano avuto la capacità di interpretare una rinnovata coscienza giovanile, tanto da riuscire ad imprimere cambiamenti non soltanto nella sfera propriamente musicale, ma anche in quella storica, sociale e culturale. Diversi sono i messaggi che emergono dalla lettura del libro: l’importanza dell’abnegazione al lavoro è uno di questi. Basti pensare che prima di raggiungere l’apice del loro successo nell’autunno del 1962 con il loro 45 giri “Love Me do”, i Beatles erano stati protagonisti di centinaia di concerti con un pubblico che ancora non li adorava: avevano dei ritmi massacranti, ore ed ore trascorse ad eseguire e a perfezionare il loro repertorio musicale. Nonostante all’esordio i loro brani non si collocassero al vertice delle classifiche di vendita del Regno Unito, in poco tempo riuscirono a creare un fenomeno tanto coinvolgente che si estrinsecò anche attraverso la nascita di neologismi, uno dei quali comparve per la prima volta su “The Daily Mirror” e che oggi è diventato di uso comune: la Beatlemania (letteralmente “mania, fissazione per i Beatles”). I quattro ragazzi di Liverpool sono stati gli autori di una delle più belle pagine della storia della musica: hanno in poco tempo conquistato il mondo con la loro straordinaria capacità e tenacia, tanto che oggi li troviamo al vertice della classifica degli artisti che hanno venduto di più al mondo. Tanti gli applausi per le esecuzioni musicali del giovane chitarrista Antonio Di Gabriele, che si è esibito proponendo alcuni classici della band inglese, riuscendo ad incantare la platea. Al termine è stato proiettato un breve video, Liverpool e i Beatles, realizzato nell’ambito di uno scambio culturale organizzato dall’Istituto “V. Moretti” di Roseto e girato proprio nella città che ha dato i natali ad uno dei gruppi più celebri della storia della musica. (di Martina Bidetta da Eidos n° 183 del 13 aprile 2013)

136. Il Festival della Letteratura di Giulianova inizia ad essere una bella realtà. Grande merito va dato alla presidente Patrizia Di Donato, all'addetto stampa Azzurra Marcozzi e agli organizzatori, tra cui va sicuramente menzionato Enzo Rapagnà. Nel corso della manifestazione sono stati presentati diversi libri, tra cui a noi della redazione piace ricordare quello di William Di Marco I Beatles. L'avventura più bella del mondo. Anche in questo caso la pubblicazione ha dato lo spunto per parlare del fenomeno del quartetto di Liverpool, che tuttora coinvolge tanti giovani e che permette alle persone più mature di fare un piccolo tuffo nel passato, in modo da vedere un po' il "come eravamo" di quei mitici anni '60. L'autore ha sottolineato ancora una volta come il suo sia un lavoro storico, che ripercorre gli avvenimenti più salienti del "Fab Four", soffermandosi, però, anche su quello che viene chiamata la "beatlemania", cioè un fanatismo esagerato da parte dei giovani di quegli anni verso la band inglese. Per tale motivo la prima parte del libro è dedicata all'aspetto fenomenologico e sociologico dei Beatles, capaci di coinvolgere tutto il mondo giovanile, introducendo per la prima volta il concetto di globalizzazione nel campo musicale. In tale prospettiva sono stati interessanti gli interventi dei giuliesi Francesco Tentarelli, Cesare Marcello Conte e Luciano Crescentini. Il primo ha rimarcato l'importanza del gruppo in oggetto e i cambiamenti musicali che apportarono, contribuendo alla nascita di quei fenomeni musicali (il progressive rock, il rock psichedelico, il rock sinfonico, ecc.) che si svilupparono nel decennio successivo. Conte, invece, ha parlato della sua esperienza con l'orchestra i "Cabaza" che si cimentò, tra il 1957 al 1961, in diversi locali di Giulianova. Nel suo diario di bordo "Batto quattro..." scriveva che quando ascoltò Please Please Me, il primo disco dei Beatles pubblicato in Italia nel febbraio del 1963, capì che la musica non sarebbe stata più la stessa. Infine Crescentini si è soffermato sull'organizzazione di eventi musicali che lo hanno visto protagonista nel corso degli anni. La serata è stata completata prima dalla lettura della studentessa Martina Bidetta di alcune parti del libro; poi dalla riuscita esibizione del gruppo The Crimons - che ha eseguito Come Together e Let It Be - e infine dalla "performance" molto applaudita del chitarrista-fenomeno Antonio Di Gabriele, con il suo "medley" sui Beatles. Il filmato "Liverpool 2008-2012" ha chiuso la presentazione.

137. Una festa per Roseto. Anzi la vera festa che Roseto aspettava. La cittadina adriatica, infatti, è tra le poche che hanno una precisa data di nascita. In ciò si avvicina a una leggenda famosissima, molto conosciuta da tutti gli studenti. Nell'ormai lontano 21 aprile 753 a. C. nasceva la mitica città eterna: Roma ha questa data che certamente non corrisponde alla verità, ma furono gli storici successivi a voler dare dignità a quel tratto segnato con l'aratro da Romolo. Per Roseto, invece, esiste un documento che sancisce la nascita di quella che diventerà una delle più importanti città della provincia teramana. Era il 22 maggio 1860 e davanti al notaio Angelo Garrani dodici acquirenti si ritrovarono insieme per diventare proprietari (anche se in perpetuo diritto enfiteutico) di un terreno di circa dieci ettari collocato nella Marina di Montepagano e di proprietà del Capitolo della Chiesa Ricettizia del luogo. L'atto è particolarmente importante poiché stabilisce che in una zona disabitata, in cui sorgevano solo alcuni capanni di pescatori, poteva nascere un nuovo centro urbano. È qui la differenza della nascita di Roseto con gli altri paesi che hanno anche una data certa: la Città delle Rose prima non esisteva per niente, mentre altre realtà che hanno i natali riconosciuti, scaturiscono da distaccamenti dai comuni di appartenenza di frazioni abitate. Per tali motivi e per creare un senso di appartenenza a tutti i rosetani e agli studenti delle scuole del territorio, l'Istituto Statale d'Istruzione Superiore "Vincenzo Moretti" ha allestito una "Notte Bianca" speciale, dal titolo "Buon Compleanno Roseto". Il 22 maggio, quindi, c'è stata una festa popolare dentro il recinto della scuola, con la vendita di panini e bibite, l'esibizione di alcuni gruppi musicali, la famosa sfilata di moda all'anfiteatro all'aperto, le gare di karaoke e di ballo, la rivendita di oggettistica, l'esposizione di alcuni pezzi importanti della nostra tradizione a cura del "Museo di Cultura Materiale" di Montepagno, e infine un convegno sulla storia locale, in cui è intervento di Mario Giunco, alla presenza delle autorità istituzionali cittadine e provinciali. È stata una festa per infondere sempre di più tra i giovani quel senso di appartenenza che crea la continuità storica. E a proposito di tale disciplina, l'iniziativa rientra nel quadro di attività di "microstoria" che da anni l'istituto rosetano porta avanti con tantissime iniziative, anche accademiche. La sorveglianza, oltre che dalle forze dell'ordine, ha avuto la supervisione dell'Associazione Carabinieri, dell'Associazione Nonno Vigile, della Protezione Civile, con la presenza anche della Croce Rossa. A tutti è andato il ringraziamento della scuola.

138. La serata dedicata ai Beatles ha registrato il tutto esaurito. Come era successo già nello scorso mese di novembre - quando fu presentato il libro di William Di Marco I Beatles. L'avventura più bella del mondo per ricordare i cinquant'anni dall'uscita in Inghilterra del primo 45 giri Love Me Do del gruppo di Liverpool, avvenuta il 5 ottobre del 1962 - così questa volta è stato rievocato il mezzo secolo dall'uscita in Italia del loro primo singolo e album, vale a dire Please Please Me. Se nella scorsa circostanza lo scenario era quello del Cinema Odeon, questa volta si è parlato del fenomeno musicale più importante del '900 con una scenografia diversa. L'ambientazione è stata realizzata nella Villa Comunale di Roseto, esattamente al teatro all'aperto, il giorno di martedì 9 luglio a partire dalle ore 21, con il già collaudato "palco-salotto". Il programma ha visto gli interventi del giornalista de "Il Centro" Giuliano Di Tanna, che da bambino poté vedere da vicino il fenomeno della beatlemania. Era a New York quando John, Paul, George e Ringo scesero le scalette dell'aereo che li aveva portati negli Usa: fu un successo senza precedenti. Poi è stata la volta del giornalista e collezionista Luciano Di Giulio che per l'occasione ha rispolverato dei pezzi unici della sua personale raccolta riguardante il quartetto inglese. Alcuni suoi cimeli sono rari e sono battuti a prezzi stratosferici nelle aste dedicate ai Beatles. A seguire è intervenuto Umberto Sperandii, oggi medico ma negli anni '60 musicista di successo che faceva tournée con i suoi gruppi "Le Onde" e "Il Controllo delle Nascite": ha parlato di quegli anni favolosi, in cui la musica rock iniziava a farsi conoscere. Sul palco del cinema all'aperto della Villa Comunale, inoltre, si sono esibiti tre gruppi: I Beatles Forever (che hanno eseguito Back in Ussr, The long and winding road e Hey Jude), I Muffins (A hard day's nigh, She loves you e Please please me), e I Crimons (Come together e Let it be) tutti con delle cover dedicate al quartetto di Liverpool. Infine c'è stata una particolare performance del giovane chitarrista Antonio Di Gabriele, una vera promessa della musica abruzzese. L'organizzazione è stata curata dall'associazione culturale Cerchi Concentrici Promotor.

139. il film-documentario "La storia di Roseto" ha fatto riscoprire l'identità rosetana ai molti presenti

Grazie Roseto 2

Se fosse una saga cinematografica , varrebbe la pena intitolare questo ringraziamento con il "due". Infatti dopo lo straordinario successo del 2010, la magia si è ripetuta e in sole tre serate la presenza si è raddoppiata, con oltre duemila spettatori attenti a seguire gli ospiti e a vedere il film-documentario "La storia di Roseto"

Verrebbe da stare in silenzio per non rovinare la bella atmosfera che si è creata nelle tre serate del 23, 24 e 25 luglio scorso, in cui al teatro all'aperto della Villa Comunale è stato proiettato il film-documentario La storia di Roseto 1860-2010. È stata una festa e un modo per sottolineare quanto la storia dei nostri luoghi venga da lontano e abbia fatto fare un salto di qualità a una comunità che appena 150 anni fa era in embrione. Tutto è iniziato con la "grande madre" Montepagano e da lì ha preso il via la storia narrata del film composto di quattro parti. Nella prima sera sono stati proiettati i primi due segmenti, vale a dire Le Quote (1860-1887) e Rosburgo (1887-1927), della durata rispettivamente di 34' e 41'. Nella seconda serata è stata la volta di Roseto degli Abruzzi (1927-1960) di 44' e l'ultima sera è stato trasmesso Roseto degli Abruzzi (1960-2010) di 47'. In totale quasi tre ore di filmato per ripercorrere la storia completa della nostra cittadina, da quando era soltanto un disegno su una mappa a quando è diventata una città a tutti gli effetti. L'iniziativa parte da lontano, in quanto nel 2010, in occasione dei festeggiamenti dei 150 anni dalla fondazione di Roseto, l'Amministrazione Di Bonaventura appoggiò logisticamente e finanziariamente la realizzazione di una serie di eventi, tra cui la pubblicazione di un libro sui 150 anni (oggi, purtroppo, esaurito, ma che varrebbe la pena ristampare), la programmazione di quattro serate al cinema Odeon (aprile 2010), la realizzazione di un monumento a futura memoria dell'avvenimento e un convegno "cerniera" svoltosi nell'autunno del 2010, per il passaggio di consegne tra i festeggiamenti cittadini e quelli che sarebbero arrivati da lì a poco per l'Unità d'Italia.

Erano state molte le persone che allora non potettero vedere il film, così l'associazione culturale Cerchi Concentrici Promotor, organizzatrice di tutti gli eventi e ancora proprietaria del film-documentario (ceduto al Comune, previo disbrigo Siae), ha rimesso in calendario, con l'appoggio dell'Amministrazione Pavone, tre serate per dare la possibilità anche ai turisti di farsi un'idea della nostra storia. Poi la Cerchi Concentrici ha realizzato, intorno alla proiezione del film, un "palco-salotto", in cui sono stati ospitati diversi personaggi rosetani, che hanno saputo con maestria catturare l'attenzione del numerosissimo pubblico presente. Un grazie particolare va a tutti loro, alla grande capacità comunicativa dimostrata e al loro attaccamento verso la nostra cittadina. Un ringraziamento di cuore va ai ragazzi che hanno collaborato, bravi nell'esporre tutto quello che l'associazione ha fatto in questi anni e tutto ciò che ha intenzione ancora di realizzare. Infine, ma non per ultimo, una sentita espressione di gratitudine a tutto il pubblico presente, che ha dimostrato ancora una volta di seguire da vicino, con passione e partecipazione le iniziative della Cerchi Concentrici. Per noi tutti aver tentato di trasmettere il senso di appartenenza a una comunità come la nostra, aver mantenuto alto il più possibile il nome di Roseto, aver rafforzato l'attaccamento alle nostre origini, aver incentivato la tracciabilità storica, aver costruito quel filo logico e cronologico che ci lega con il passato è stata un po' una sfida. Se ci siamo riusciti solo in minima parte, siamo orgogliosi di averlo fatto o comunque di averci provato.

GLI OSPITI SUL PALCO - Altobrando "Balduccio" Rapagnà, Tonino Sperandii, Pino Mazzarella, Emidio D'Ilario, Emidio Testoni, Gabriele Matricciani, Rossana Bacchetta, Dante D'Alessandro, Vittorio Fossataro, Maria Luisa D'Elpidio, Camillo Cerasi, Mario Giunco, Giuseppe Poliziani, Francesca Facciolini, Marco Massetti, Luigi Celommi, Daniela Musini, Fabio Celommi, Carmine Leonzi, Mauro Di Girolamo, Enio Pavone, Maristella Urbini, Alessandro Recchiuti

I RAGAZZI DELLA CERCHI CONCENTRICI - Martina Bidetta, Ercole Montese, Talisa Feliciani, Serena Paesani, Ilaria Di Cristoforo, Lorenza Pasquini, Federico Lelj, Simone Tarquini, Matteo Poliandri, Matteo Di Nicola, Donatella Cantoro

140 . Anche quest'anno è tornato uno degli appuntamenti più importanti che ricordano gli attentati delle Torri Gemelle di New York del 2001.

La XII Settimana della Fratellanza ha dato la possibilità, ancora una volta, di affrontare temi di grande attualità culturale e sociale

Oggi più che mai occorre, dunque, ridurre la forbice della diversità tra i differenti Paesi e, all’interno degli stessi, tra le fasce della popolazione, con un occhio di riguardo per le categorie più svantaggiate

La Settimana della Fratellanza, fiore all’occhiello dell’Associazione culturale Cerchi Concentrici Promotor, è giunta alla XII edizione. Venerdì 20 e sabato 21 settembre, al palazzo del Mare, gli studenti dell’ultimo anno delle scuole superiori del territorio (dell’Istituto Moretti e Liceo Saffo di Roseto e Liceo Marie Curie di Giulianova) hanno avuto la possibilità di approfondire le tematiche relative all’integrazione tra il mondo occidentale e quello islamico. I convegni hanno preso inizio con una introduzione curata dal presidente dell’associazione, prof. William Di Marco, che ha analizzato le cause e le conseguenze della cosiddetta Primavera Araba, proponendo delle diapositive propedeutiche al tema dell’iniziativa culturale, che è stato: “Quali modelli da seguire per una vera integrazione tra il mondo occidentale e quello islamico?”. La prima giornata ha visto come relatori i proff. Michele Cascavilla e Carmelita Della Penna, rispettivamente docenti di Discipline Sociologico-Giuridiche e di Storia Contemporanea, afferenti al dipartimento di Scienze Giuridiche e Sociali dell’Università D’Annunzio di Chieti-Pescara. Molto interessanti gli interventi dei due accademici che sono partiti dal tema “La globalizzazione: un concetto più economico e meno sociale?” per analizzare compiutamente il fenomeno di cui oramai si parla costantemente. La globalizzazione, intesa non soltanto a livello strettamente economico, ma anche in relazione al riconoscimento universale dei diritti inalienabili dell’uomo, sarebbe alla base di una civiltà progredita. Quando si parla del principio di uguaglianza spesso ci si riferisce univocamente alla parità di trattamento dei cittadini di fronte alla legge e alla necessità di rimuovere le discriminazioni tra gli stessi, ossia alla sua accezione formale. Ma un aspetto dal quale non si può prescindere è il concetto di uguaglianza sostanziale, ossia il trattamento differenziato per i cittadini che si trovano in situazioni altrettanto diverse. Occorre, dunque, ridurre la forbice della diversità tra i differenti Paesi e, all’interno degli stessi, tra le fasce della popolazione, con un occhio di riguardo per le categorie più svantaggiate.

La seconda giornata ha visto ospite Magdi Cristiano Allam, giornalista, scrittore e parlamentare europeo. Molto conosciuto per le sue posizioni critiche nei confronti del mondo islamico, ha tenuto un interessante convegno dal tema “Oriente-Occidente. Il dialogo alla base del superamento ideologico”. Ha parlato delle differenze sostanziali tra il cristianesimo e l’islam, soffermandosi sul carattere intransigente e rigido della religione islamica, che non lascia spazio a interpretazioni soggettive dei testi religiosi, ma che prevede il totale assoggettamento al dettato coranico. L’integrazione, secondo il giornalista, può esserci nel momento in cui c’è condivisione di regole e di valori; è un obiettivo al quale tendere, ma bisogna sempre tener presente le diversità interne ai singoli Paesi per evitare il venir meno delle identità nazionali. Anche gli aiuti destinati ai Paesi economicamente più svantaggiati devono essere mirati, per evitare che vadano ad incrementare il potere delle lobby economiche, invece che assolvere alle finalità per cui sono stati stanziati.

Al termine dei convegni i relatori hanno lasciato spazio alle domande e alle curiosità degli studenti e degli insegnanti, che sono state prontamente argomentate. Grande merito va all’associazione culturale Cerchi Concentrici Promotor per aver messo a disposizione della collettività due giornate di elevato livello culturale, in particolare per aver analizzato dei temi caldi e complessi che spesso non sono oggetto di programma di studio, ma che possono risultare preziosi per gli studenti che si preparano ad affrontare l’Esame di Maturità. (di Martina Bidetta da Eidos n° 194)

141. Anche quest'anno è partita la manifestazione "La Cultura in cammino", che tratterà il tema della dipendenza

Droghe e stupefacenti, problemi che attanagliano sempre più il mondo giovanile. Se ne è parlato alla Cultura in cammino

Grazie a questo convegno i giovani presenti hanno capito che ci sono Centri d'ascolto disponibili a dare il massimo delle informazioni e il sostegno necessario a chi è entrato nel tunnel della droga

È iniziata la nuova stagione de "La Cultura in cammino", giunta alla XIV edizione. Il filo conduttore di questi appuntamenti autunnali sarà quello delle "dipendenze" dalle droghe, dall'alcool (vedere la rubrica "Curiosizie" di questo numero) e dal gioco. Il 25 ottobre si è svolto il primo incontro, grazie al quale i tantissimi ragazzi presenti, ma anche il pubblico più maturo, hanno avuto la possibilità di confrontarsi con la dott.ssa Maria D'Annibale, direttrice della comunità di accoglienza del CEIS di Pescara. Vista la sua grande esperienza nell'aiutare persone con problemi di tossicodipendenza, la relatrice ha esposto in modo comprensibile ed efficace innanzitutto il vero significato di dipendenza, con le sue mille sfaccettature; poi si è soffermata sull'utilità di chiedere aiuto, da parte di chi entra in questo buco nero, alle organizzazioni territoriali preposte all'ascolto. Grazie a questo convegno i giovani presenti hanno capito che la dipendenza attraversa varie fasi. Si comincia con il porsi delle domande esistenziali, alle quali non si riesce spesso a dare una risposta da soli, fino a giungere a situazioni molto problematiche. A questo punto, invece di cercare consiglio a persone vicine, molti preferiscono dimenticare il malessere provocato dalle domande stesse, lanciandosi in avventure senza ritorno. In questo modo si nascondono dietro la maschera delle sostanze stupefacenti, entrando nel tunnel della dipendenza, nonostante conoscano ciò a cui vanno incontro e le difficoltà che esistono per uscire da questo incubo. Una domanda che ha disorientato il pubblico è stata: "Cosa sono per voi la felicità e la sofferenza?": il silenzio che è seguito all'interrogativo probabilmente ha sottolineato la presa di coscienza da parte dei giovani, i quali hanno ascoltato con molta attenzione, catturati dalle parole della direttrice. Chi non era a conoscenza di tutte le varie problematiche che si nascondono dietro le droghe, è rimasto colpito anche dalle esperienze del Centro di accoglienza di Roseto, attraverso le parole della prof.ssa Doretta Celommi e dell'educatore Alessandro Di Marco, i quali cercano di aiutare i ragazzi a rispondere alle domande più insistenti provenienti dal mondo giovanile. Il Centro d'ascolto "Progetto Uomo", che si trova a Roseto in via Silvio Pellico, 22 (vicino il Liceo "Saffo") è a disposizione di chi vorrà avere delucidazioni di ogni genere, sia esso tossicodipendente, genitore o amico di chi ha simili problematiche. Complimenti, quindi, a Maria d'Annibale, al suo lavoro e alle tante informazioni fornite ai ragazzi presenti. (da Eidos News n° 196)

142. Pienone per il convegno "Dipendenza dall'alcool" organizzato dall'associazione Cerchi Concentrici - "Ero insicuro e sembrava che il mondo ce l'avesse con me". Sono state queste alcune delle parole che hanno colpito le tantissime persone, molte delle quali studenti dell'Istituto Moretti e del Liceo Saffo, che hanno partecipato al secondo incontro della XIV edizione de "La Cultura in cammino", il cui tema è stato "Dipendenza dall'alcool". A parlare sono stati in primis due rappresentanti degli alcolisti anonimi, i quali hanno catalizzato l'attenzione dei presenti. "Mi sentivo del tutto inadeguata - ha sottolineato una donna in un altro intervento - e credevo di risolvere tutti i miei problemi bevendo, ogni volta che ero in compagnia. Poi mi sono accorta che stavo sbagliando tutto e sono stati di grande aiuto gli amici del gruppo 'Alcolisti anonimi'. Ormai sono oltre vent'anni che non mi avvicino più all'alcool". Interessante è stato anche l'intervento della prof.ssa Anna Durante, presidente del Ceis di Pescara, che ha rimarcato come oggi quello dell'alcolismo sia uno dei problemi più gravosi che attanagliano i giovani. Infine Alessandro Di Marco del Centro d'Ascolto "Progetto Uomo" di Roseto, ha portato a conoscenza le iniziative della struttura rosetana, ubicata in via Silvio Pellico, 22. Il prossimo appuntamento è per venerdì 15 novembre alle ore 18:00, sempre presso la sala conferenza del Centro Piamarta di Roseto e il tema sarà: "Dipendenza dal gioco: la ludopatia". Gli eventi sono organizzati dall'associazione culturale Cerchi Concentrici Promotor.

143. La patologia del gioco d'azzardo (ludopatia) colpisce sempre di più i giovani. Se ne è parlato nel corso de "La Cultura in cammino"

La ludopatia è stata riconosciuta da poco come una malattia vera e propria ed ha le stesse cause e conseguenze delle altre dipendenze. Il giocatore patologico, per trovare il denaro, arriva a rubare, mentre sono sempre più le donne che si prostituiscono per poter giocare

Il giorno 15 novembre 2013, presso il Centro Piamarta di Roseto degli Abruzzi, si è tenuto l’ultimo incontro della stagione autunnale de "La Cultura in cammino", organizzato dalla Cerchi Concentrici Promotor. Il tema dell’incontro è stato la Ludopatia, ovvero la dipendenza dal gioco, con l’intervento principale del dott. Fabrizio Mascitti, psicoterapeuta del servizio “GameOver”, un progetto riguardante la terapia di gruppo del Ceis di Pescara.

Il tema è stato esposto inizialmente da Alessandro Di Marco, volontario e presidente dell'associazione "Progetto Uomo” di Roseto degli Abruzzi, centro di ascolto non solo per chi è dipendente da sostanze stupefacenti, alcool, gioco, ma anche per famigliari e amici che hanno bisogno di supporto morale. Il relatore ha esordito dicendo che la ludopatia è stata riconosciuta da poco come una malattia vera e propria ed ha le stesse cause e conseguenze delle altre dipendenze. In questo caso il giocatore patologico, per trovare il denaro, arriva a rubare, mentre sono sempre più le donne che si prostituiscono per poter giocare. Tutto ciò crea enormi disagi, sbalzi d’umore, contrasti in famiglia e con gli altri.

L’argomento, come accennato, è stato poi approfondito da Fabrizio Mascitti che ha riportato un’indagine allarmante: in Italia la regione più colpita da questa patologia è l’Abruzzo, specialmente la provincia di Teramo.

Di fondamentale importanza è il periodo che passa dal momento della puntata al momento del risultato e dell’eventuale vincita. Il tempo che trascorre tra una puntata e l’altra è così tanto veloce che tale frenesia non "raggiunge" affatto la parte frontale del cervello, la più razionale; per questo motivo il giocatore non riesce più a fermarsi. L’incontro si è concluso approfondendo in particolar modo il gioco domestico, tendenza che provoca litigi tra coniugi, con ripercussioni anche sui figli che iniziano ad avere problemi comportamentali, i quali si ripercuotono anche a scuola.

Quasto argomento ha attratto l’attenzione di molti presenti, in quanto è un problema che oggi giorno si sta sviluppando sempre più e quindi per prevenire bisognerebbe intervenire in modo efficace e tempestivo. Si dice spesso: "Meglio prevenire che curare!". In questo caso è proprio vero. (da Eidos n° 197)

144. Legalità e sport. Il "Moretti" ha ospitato l'arbitro Di Liberatore e il ciclista Spezialetti

Parlare di "legalità" nel mondo dello sport e farlo con i protagonisti è stata un'idea vincente per l'Istituto Moretti di Roseto. Gli studenti sono stati molto attenti e hanno potuto seguire i suggerimenti di veri campioni

 “Legalità… rispetto delle regole e convivenza”. È stato questo il tema al centro del convegno organizzato dall’Istituto Moretti, in collaborazione con l’Associazione Cerchi Concentrici Promotor, che ha visto ospiti, nell’Aula magna della Scuola Superiore, Elenito Di Liberatore, arbitro internazionale di calcio, e Alessandro Spezialetti, professionista del ciclismo. L’incontro ha preso il via con i saluti degli assessori comunali Alessandro Recchiuti e Mirco Vannucci, i quali hanno rimarcato l’importanza del tema legato al rispetto delle regole e delle istituzioni in un contesto temporale in cui molto spesso si tende a sottovalutare i veri valori che sono alla base di una società civile. È stato ricordato il “Premio legalità e senso civico”, promosso dall’Amministrazione comunale di Roseto ed attribuito ad Andrea Salvatore, studente del Moretti, per aver consegnato alle Forze dell’Ordine gioielli rubati del valore di 3.500 euro. Molto interessante è stato l’intervento di Elenito Di Liberatore, assistente arbitrale originario di Notaresco ed insegnante di pianoforte al Conservatorio di Taranto. Insignito del premio "Sportilia" come miglior assistente della Serie A della stagione 2011/2012, ha iniziato ad arbitrare all’età di 17 anni; nel 2010 ha esordito in Champions League ed è stato designato assistente arbitrale per le Olimpiadi di Londra. Le innumerevoli soddisfazioni a livello professionale lo portano a girare il mondo, ma non manca di ricordare le sue origini. "A volte si pensa che la strada migliore sia quella più comoda, ma non è la più giusta”. Si è rivolto così alla platea di studenti, attenti ed affascinati dal suo bagaglio professionale e dalle tante esperienze a livello internazionale. "Quello che abbiamo perso nella società civile è la responsabilità. La colpa è sempre degli altri", ha detto, rimarcando l’importanza dell’impegno e dell’abnegazione per tutto ciò che si fa con passione. Alessandro Spezialetti, con alle spalle sedici stagioni da professionista, si è soffermato sull’importanza del rispetto delle regole, ma soprattutto dei rapporti umani. "Il ciclismo è uno sport che insegna a vivere, ma soprattutto ad essere onesti con se stessi e con gli altri". Così si è rivolto ai giovani studenti, ricordando come il ciclismo sia stato, negli ultimi tempi, sotto i riflettori della magistratura per diverse inchieste legate all’utilizzo di sostanze dopanti da parte dei professionisti. Ma ha anche ricordato come i ciclisti siano monitorati costantemente attraverso il sistema Adams, con il quale gli atleti segnalano alla federazione di appartenenza la propria reperibilità, per i controlli antidoping a sorpresa. Il rispetto delle regole per garantire una pacifica convivenza e lo spirito di sacrificio sono stati i messaggi lanciati agli studenti dagli ospiti del convegno, i quali hanno risposto con molta professionalità alle numerose domande che sono state poste loro dall'attenta platea. (da Eidos n° 197)

 

145. Presentazione del libro "I Ricordi di Eidos"

La presentazione del libro "I Ricordi di Eidos" è stato un appuntamento molto seguito da tantissimi Rosetani. L'associazione Cerchi Concentrici Promotor si sente gratificata da una simile attenzione e rinnova la sua riconoscenza verso tutti i partecipanti

Dire "Buongiorno" ogni dì è qualcosa di ripetitivo? Non proprio, perché non c'è modo migliore e più vero per augurare che le ore che si aprono dinanzi a ognuno di noi siano le migliori. La formula è valida, perché è diretta e funziona sempre. Allo stesso modo ringraziare i Rosetani con un rinnovato "Grazie Roseto" potrebbe essere apparentemente qualcosa che richiama un dejà-vu, anche se le cose non stanno affatto così. Nel corso degli anni la nostra associazione culturale Cerchi Concentrici Promotor ha organizzato diverse iniziative, alcune delle quali hanno avuto un successo di pubblico enorme e straordinario. Tale discorso è stato valido per la festa dei 150 anni dalla nascita di Roseto, per la presentazione dei vari libri che abbiamo realizzato, per la festa estiva del 2013 alla Villa Comunale-Ponno, per i convegni e quant'altro. E quando ci è stato possibile, abbiamo omaggiato i tantissimi spettatori con un semplice "grazie". Lo rifacciamo ancora una volta, sperando di non essere affatto banali; anzi vogliamo sottolineare, e se è possibile fortificare, ancora di più il legame che la nostra associazione ha con i tanti che ci seguono. Moltissimi Rosetani hanno avuto questo trasporto anche per la presentazione del libro I Ricordi di Eidos - Trenta profili di personaggi rosetani avvenuto lo scorso 23 gennaio presso la sala convegni del Centro Piamarta del Sacro Cuore di Roseto, pieno in tutti i posti e con persone in piedi. È stato ancora una volta un gesto di apprezzamento per il lavoro che da anni portiamo avanti. Siamo veramente onorati e gratificati di tale attenzione, perché non è facile raggiungere tante persone e continuare negli anni ad avere degli estimatori che ci spronano ad andare avanti. Ecco, questa nuova linfa, che di sicuro coinvolgerà i giovani che partecipano attivamente alle nostre iniziative, sarà utilizzata per dare sempre il meglio in tutto ciò che facciamo e soprattutto per continuare a lavorare in un ambito che ci vede protagonisti da anni, vale a dire nel mondo della cultura storica. Cercheremo di rafforzare l'identità dei luoghi, di consolidare il senso di appartenenza a una comunità come quella rosetana e lavoreremo affinché la tracciabilità storica diventi un "valore istituzionale" da cui tutti, ma proprio tutti, possano attingere. Grazie ancora, Roseto. (da Eidos n° 201 del 1° febbraio 2014)

146. La Giornata della Memoria 2014 al Moretti

Ricordare l’indicibile è difficile. Spiegare perché ad un certo punto l’uomo della Germania civile degli anni ’30 è diventato una bestia che ha divorato i suoi simili è impossibile. Come lo è stato, seppur in termini e modi diversi, nell’ex-Jugoslavia del 1995, o nella Siria di oggi. Ci provano in molti il 27 gennaio a tramandare questa memoria. Questa mattina sono andato all’Istituto tecnico “Moretti” di Roseto, dove si è tenuta una manifestazione “per non dimenticare”. Con il sindaco Pavone e l’assessore Recchiuti (restati a lungo, ben oltre i rituali saluti), William Di Marco e la Cerchi Concentrici Promoter, un bel film ed i ricordi “in diretta” del prof Antonio Di Felice, ex-preside del liceo “Saffo” di Roseto ed appassionato storico locale. Sono andato perché gli amici del “Moretti” hanno sempre la gentilezza di invitarmi alle loro belle iniziative, ma, soprattutto – lo dico in tutta sincerità – per vedere le facce dei ragazzi. Volevo capire cosa sarebbero stati in grado di trasmettermi quei visi. Riuscire a capire se avessero… capito! Li ho guardati, ho visto qualche cappellino con la visiera all’indietro; qualche barba già folta; qualche jeans finto-sgualcito alla moda; qualche telefonino sempre illuminato. Li ho osservati per quel poco che so fare, domandandomi come e se racconteranno loro un domani ai loro figli l’indicibile. La scuola, intanto, il suo dovere lo fa. Cercando, come ha detto William Di Marco, di “superare gli steccati ideologici, la troppo comoda ideologia fascismo-comunismo”. Lo fa ricordando. Proiettando la mappa dei campi di concentramento abruzzesi. Organizzando giornate come questa. E con la “microstoria” bellissima del professor Di Felice, fissata nella memoria di ragazzo di quella sua S.Margherita di Atri degli anni della guerra. Di quella provincia sofferente. Degli 84 morti di guerra di Roseto. Delle barche a vela che la notte cercavano di far saltare le linee nemiche ai fuggiaschi verso la libertà. Di chi ha vissuto le bombe cadute nella piazza di Mutignano ed i feriti trasportati sanguinanti con i carri e gli asini verso l’ospedali di Atri. Di quella Atri colpita anch’essa dalle bombe. Che passa da 12 a 40 mila abitanti con gli sfollati di guerra e vede saltare con le mine il ponte “nuovo” sul Vomano di Fontanelle. Di quell’aereo inglese che cadde colpito dalla controaerea tra Cologna e Montepagano, con il pilota che si salva attraverso mille peripezie grazie ad una famiglia locale e la carlinga che resta una ventina d’anni dopo la guerra diventando “la stalletta delle galline” del contadino. Quel pilota che poi scrive un diario, lasciato alla figlia che vive in Sud Africa e due anni fa torna qui alla ricerca della traccia della memoria. Un diario che ora il professor Di Felice vorrebbe trovare per pubblicarlo. Memoria viva ed attuale dunque quella di Di Felice. Cha a me affascina. Ma ai giovani, quei giovani che incessantemente guardavo stamane, cosa rimarrà? Confesso: non lo so. Non l’ho capito. Lo sanno meglio di me quegli ottimi docenti che li incontrano tutte le mattine. Li ho visto sussultare un po’ di più quando hanno udito il nome di Anna Frank e quando sono passate le toccanti immagini del film. A testimonianza, secondo me, che la generazione d’oggi è toccata sì dalle parole, ma soprattutto dalla cultura delle immagini. Il dovere di ricordare, dunque. Ma anche il dovere di trasmetterlo a chi, per fortuna, non l’ha vissuto e presto non avrà più i nonni che lo raccontano in casa. Si ci prova. Si fa quel che si può. Al Moretti stamattina lo hanno fatto. In tante altre scuole d’Italia lo hanno fatto. In tanti media lo si fa. Con sempre la domanda: che rimarrà? Che rimarrà di quell’indicibile? Chi vivrà vedrà. (di Ugo Centi da Controaliseo del 27 gennaio 2014)

147. Il Giorno del Ricordo.

Il 10 febbraio di ogni anno si ricordano i morti delle foibe e il dramma delle vittime delle persecuzioni, dei massacri e delle deportazioni occorse in Istria, in Dalmazia o nelle province dell'attuale confine orientale italiano, perpetrate durante l'ultima fase della Seconda Guerra Mondiale e negli anni immediatamente successivi. La ricorrenza nacque su proposta di legge del 6 febbraio 2003, che recava le firme di un nutrito gruppo di deputati di vari gruppi parlamentari. La legge che istituì "Il Giorno del Ricordo" fu quindi approvata a larghissima maggioranza dal Parlamento italiano il 16 marzo 2004. Anche quest'anno l'Istituto Statale d'Istruzione Superiore "V. Moretti", in collaborazione con l'associazione culturale Cerchi Concentrici Promotor, ha ricordato l'evento - proprio il 10 febbraio 2014, cioè a dieci anni dalla prima commemorazione - con un convegno, in cui sono state proiettate diverse diapositive sull'eccidio e sulla storia che portò all'"infoibamento" di diverse decine di migliaia di persona. La lezione è stata tenuta dagli insegnanti di Storia della scuola stessa, alla presenza delle autorità e dei rappresentanti delle istituzioni.

 

148. È iniziata la XV edizione, esattamente quella invernale, de “La cultura in cammino”, che prevede tre convegni riguardanti il tema "L’attualità del giornalismo". Il primo incontro, tenutosi il 14 febbraio presso il centro “Piamarta” di Roseto degli Abruzzi, ha approfondito l'argomento "La carta stampata e Internet". Ad intervenire sono stati Dino Venturoni, caposervizio del giornale Il Centro, e Luca Maggitti, direttore del sito www.roseto.com, tra i primi giornalisti a credere nell’informazione sul web. Gli ospiti hanno raccontato come è cominciata la loro carriera: entrambi hanno iniziato da giovani, il primo scrivendo per un giornalino locale (Derby), mentre il secondo, incitato dalla sua insegnante di Lettere, voleva informare i tifosi della situazione del Roseto Basket.

Durante l’incontro si è parlato di quanto è pesato l’avvento del web nella realizzazione dei giornali e a tal proposito si è detto che nonostante le informazioni tramite Internet siano più veloci da consultare, la versione cartacea del giornale non è passata di moda, in quanto si basa sulla qualità, sull’autorevolezza della testata e sull’approfondimento delle notizie, perché spesso quelle del web non sono attendibili. Molte volte i giornalisti sono però costretti ad attingere le informazioni dai siti web e dai social network, perché tramite essi si conoscono le opinioni delle persone e perché sono utili a reperire immagini e documenti esclusivi. I protagonisti hanno raccontato come si selezionano le notizie in una redazione, spiegando che non c’è nessun iter particolare da seguire, ma ogni giorno si "improvvisa", anche se si segue sempre un canovaccio di massima. Se arriva una notizia dell'ultima ora, si stravolge tutta l’impaginazione per cercare di inserirla. Inoltre hanno detto che in questo periodo di crisi le notizie positive colpiscono i lettori, cosa che non accadeva prima, e che c’è un aumento di notizie negative, perché nella società odierna si ha più coraggio nel denunciare le ingiustizie. I due giornalisti si sono anche soffermati su come si comportano i politici quando non sono soddisfatti di ciò che viene scritto sul loro conto: questi spesso si "vendicano" facendo tagliare la pubblicità ai giornali da parte delle imprese a loro vicini, mettendo in difficoltà le testate stesse. Alla fine, tuttavia, si è convenuti che poter esprimere le diverse opinioni e avere molti organi di informazione significa creare i giusti antidoti, affinché le idee possano circolare liberamente. (da Eidos News n° 203)

149. “I siti web e gli uffici stampa”: è stato questo l’argomento affrontato venerdì 21 febbraio durante il secondo convegno de “La cultura in cammino”, che per l’edizione invernale segue il filo conduttore de “L’attualità del giornalismo”. Gli ospiti di questo appuntamento sono stati: Sara De Sanctis, addetta stampa del Bim (Bacino Imbrifero Montano), Ugo Centi, creatore del blog Controaliseo, Biancamaria Di Domenico e Piergiorgio Stacchiotti, che collaborano con Eidos News e si occupano della sua redazione on-line. La prima ad intervenire è stata Sara De Sanctis che ha raccontato di come la sua curiosità e la sua voglia di cercare la verità (criteri che, come ha detto la nostra ospite, fanno parte della "Carta del giornalista") l’hanno portata ad intraprendere questo mestiere. Ha riferito anche delle sue esperienze con i quotidiani Il Tempo e Il Messaggero e inoltre ha rivelato la prima regola del giornalista: dare sempre del “tu”. Ugo Centi ha raccontato l’evoluzione del suo blog, in quanto quest’ultimo nacque come un giornale formato da otto pagine scritte e stampate in proprio, successivamente trasformato in sito Web fino ad essere oggi un blog, dove scrive le proprie sensazioni e opinioni; infatti lo scopo per cui nasce la testata è proprio quello di contrastare ciò che viene detto e che non combacia con la verità. Riguardo a ciò, ha detto che non si è mai pentito degli articoli scritti, ma con il passare del tempo ha cambiato modo di vederli. Biancamaria Di Domenico, che ha iniziato la sua carriera da giovanissima scrivendo già alle Elementari per un giornalino scolastico, ha raccontato che per lei la scrittura è un impegno civico e civile; ha anche riferito come semplifica una notizia per inserirla nel Web e quanto sia importante avere l’opinione contraddittoria in un articolo. Infine Piergiorgio Stacchiotti, che si occupa di sport ma non solo, ha narrato un episodio simpatico della sua vita: all’età di sette anni, essendo esperto in pesi e altezze dei giocatori, fu iscritto dalla madre al programma televisivo “Scommettiamo che!”, nel quale fu mandata in onda una sua foto, nonostante non fosse stato chiamato a partecipare: i parenti e conoscenti si scatenarono nel chiamare al telefono la sua famiglia. Il giovane giornalista ha creato nel 2006 un Blog dal nome “Punto di vista” e ha collaborato con un giornale "free press" bolognese. La serata si è conclusa con un’opinione comune espressa da tutti i nostri protagonisti: il giornalismo è un mestiere che si impara sul campo. (da Eidos News n° 203)

150. All'Istituto Moretti di Roseto si è parlato d'amore e di tematiche sessuali

"L’approccio dei giovani alle tematiche sessuali" era il titolo dell'incontro, che ha visto come relatore il dott. Giuseppe Collevecchio, ginecologo ed esperto in Sessuologia clinica. Si è parlato anche di come i giovani percepiscono l'amore

Mercoledì 26 febbraio 2014, presso l’istituto V. Moretti di Roseto, il dott. Giuseppe Collevecchio - medico chirurgo, specialista in Ostetricia e Ginecologia, nonché in Sessuologia Clinica - ha tenuto una conferenza a tre classi terze della scuola. Inizialmente il relatore ha introdotto il concetto di fisicità, sottolineando l’importanza (soprattutto nei soggetti in tenera età) di prender coscienza con il proprio corpo, per non sentirsi solo come un insieme di stimoli e bisogni. Per esplicare meglio l’importanza dell’amore nella vita, il dott. Collevecchio ha nominato lo psicologo austriaco Renè Spitz, che è stato il primo a descrivere i comportamenti di quei bambini che vengono separati dalla persona che si prende cura di loro, senza trovare un valido sostituto. Tali comportamenti sono: lamentele, rifiuto del contatto fisico, tendenza a contrarre malattie. In un secondo momento l'esperto ha introdotto i temi della sessualità e dell’amore, facendo notare come la mitologia greca abbia influenzato i nostri rapporti emotivi. “L’unica cosa che può dare un innamorato alla sua amata è la propria mancanza”. Questa è una delle frasi scritte da Jacques Lacan a cui il dott. Collevecchio ha dato rilevante importanza per far meglio comprendere quanto sia essenziale la curiosità all’interno di un rapporto. Questo senso di volersi rapportare all’altro è dovuto anche dalla nostra composizione ormonale, che è specifica per il maschio e per la femmina, ma non in un modo così netto, al punto che in ogni persona ci sono aspetti che ci fanno riconoscere nel soggetto di sesso opposto. Successivamente sono stati enunciati alcuni degli elementi fondamentali su cui un rapporto si dovrebbe sviluppare. Essi sono: umiltà, pazienza, tolleranza, capacità di attendere, di soffrire, di dialogare e di chiedere aiuto, e soprattutto di eliminare radicalmente i “fantasmi del non detto” cioè tutte quelle cose nascoste per paura della reazione dell’altro. Alla domanda relativa alla relazione diretta tra sesso e amore, il dottor Collevecchio ha risposto che i due sono strettamente legati. Il sesso senza amore è solo un esercizio fisico che prima o poi diventerà monotono e banale. L’amore senza sesso è un esercizio mentale asettico; come in ogni cosa, bisogna trovare il giusto equilibrio tra i due elementi. Infine il dibattito ha visto partecipi gli studenti, sempre molto attenti. La domanda più gettonata è stata quella riguardante l’amicizia e l’amore: esse possono coincidere? In merito il dottore ha dato una risposta, specificando che ogni individuo deve seguire la propria strada, senza prefissarsi un percorso, lasciando correre gli eventi. Il relatore, in ultimo, ha concluso l’incontro affermando che la conoscenza aiuta molto a trovare la felicità e che lui percepisce gli innamorati come due elementi che non vivono a tempo con il resto del mondo, ma in una dimensione tutta loro, senza seguire alcuna regola morale. (da Eidos n° 204)

151. La sessualità tra amore e passione

"La sessualità tra amore e passione": questo è stato il tema trattato dal dottor Giuseppe Collevecchio, noto ginecologo e sessuologo che opera a Roseto degli Abruzzii, nel convegno di lunedì 10 marzo 2014, tenutosi nell'aula magna dell’Istituto Moretti. Tale incontro ha attirato fin da subito l’attenzione della platea giovanile. Ricollegandosi allo scorso appuntamento attraverso esempi mitologici, il protagonista ha sottolineato i presupposti  necessari  per instaurare un vero rapporto di coppia. Dalla sua prima tesi è emerso l’unicità e le doti nascoste di ognuno di noi. L’uomo per avviare un legame affettivo, ha bisogno di scoprire il proprio animo interiore e accettare le sue mancanze. Solitamente questo può verificarsi solo se il giovane riesce a distaccarsi completamente dalla cuffia genitoriale. Rispecchiando l’attualità, il dottore ha spiegato di come i Social Network influenzino negativamente la scoperta dell’io. Mostrando il nostro fisico, è come se rivelassimo le nostre qualità intime. Continuando il discorso, il relatore ha ribadito che per avere un rapporto solido c’è bisogno di relazionarci con l’altro, attraverso il desiderio di conoscenza. Dalle domande è venuto fuori che la durata di una vera coppia dipende dalla nostra capacità di immaginazione, con la quale diamo un senso al presente. Questa riflessione ha dato luogo ad un intervento da parte di una ragazza, la quale ha esposto le sue considerazioni sull’esperienza di un rapporto vero e felice, pur non manifestandolo in atti matrimoniali. Quando la situazione iniziava a “scaldarsi”, purtroppo per una questione di tempi il dottore ha dovuto concludere il discorso, affermando che la passione è il patimento dell’anima, quindi bisogna soddisfarla o subliminarla. (Ilenia Secone Seconetti e Noemi Romanelli)

152. Convegno "Condotte a rischio nei giovani"

Lo scopo è sempre didattico. Sempre quello “di essere utile ai ragazzi”, come dice William Di Marco. Ma è una didattica speciale, “avanzata” diremmo noi di qualche generazione (scolastica) fa. E già, perché stamattina (28 marzo 2014) all’Istituto Superiore “Moretti” di Roseto si è parlato di “legalità”, o meglio delle “condotte devianti”. Se ne è parlato con due magistrati in servizio presso la Procura di Teramo: Laura Colica e Davide Rosati. Ma i protagonisti, come ha detto la dirigente scolastica dell’istituto, Elisabetta Di Gregorio, sono stati i ragazzi.

Perché il convegno di oggi è dentro un “percorso”, didattico appunto. Che parte da lontano e si promette di continuare nel domani. Per far “vivere” agli studenti la cultura delle regole e delle leggi non come una imposizione, ma come una convinzione personale: uno “spirito civico”, osserva William Di Marco, professore del “Moretti” e co-organizzatore dell’evento con la “Cerchi Concentrici Promoter”. Perché la legge entri leggera, per usare un gioco di parole, nell’animo dei cittadini del domani.

Che per parte loro, con Anthony Celommi e Letizia Ferrini, paiono aver colto appieno lo spirito dell’iniziativa, come ha dimostrato un video ed una “lettura” da loro preparata sotto la guida della professoressa Berardina Ciafrè, che è stata un po’ colei che, insieme a tutti i docenti del Moretti, ha raccolto questa sfida “sul mondo delle regole” ed ha cercato di tradurla nei lavori dei ragazzi. E così sono scorsi in video i volti dei tanti eroi antimafia di questo Paese e rincorse nelle citazioni anche le frasi della “Città invisibile” di Italo Calvino.

Del resto, che la legalità sia qualcosa di molto meno “ufficiale” di quel che appare, ci ha pensato a farlo capire bene la dottoressa Laura Colica. Con il suo racconto piano e pacato di quel che fa un/a pubblico ministero, di quali garanzie offra ai cittadini il suo essere un/a magistrato che magari da ragazza, da studentessa, non avrebbe mai pensato esserlo.

Ha partecipato al convegno anche il sindaco di Roseto, Enio Pavone e l’assessore Mirco Vannucci. Presente anche Pietro Piccioni, responsabile dell’Associazione Carabinieri in pensione della provincia di Teramo. Ma, soprattutto, quel mondo giovanile rosetano e quel particolare rapporto scuola-città-società che sembra una caratteristica non certo esclusiva, ma senz’altro bellissima della Città delle Rose. Questa mattina si è avuta una conferma di come può essere proficuo per tutti questo particolare “scambio” scuola-città , che a me personalmente colpisce sempre molto. E molto positivamente. (da Controaliseo di Ugo Centi del 28-03-2014)

153. IV Convegno sull'Unità d'Italia

Come ormai avviene da nove anni, si è concluso anche per questo 2014 la ricorrenza del 17 marzo 1861. Si è svolto, infatti, nell'aula magna dell'Istituto Statale d'Istruzione Superiore Vincenzo Moretti di Roseto degli Abruzzi, il IX Convegno sull'Unità d'Italia dal titolo "17 marzo 2014 - A 153 anni dall'Unificazione". Gli studenti presenti hanno potuto, in questo modo, ripercorrere le tappe fondamentali della storia che portò la nostra penisola a diventare Nazione, partendo dagli avvenimenti della I Guerra d'Indipendenza del 1948-49, per poi giungere agli anni decisivi del 1859-61 della II Guerra d'Indipendenza e chiudere con la III Guerra d'Indipendenza e la presa di Roma. È dal 2006 che l'associazione culturale Cerchi Concentrici Promotor si sofferma su quella che per molti viene considerata la vera ricorrenza fondante dell'Italia, la quale dovrebbe diventare l'unica festa nazionale, non solo per rifarsi al periodo risorgimentale e fortemente costitutivo del nostro Paese, ma anche per superare gli steccati ideologici che troppo male hanno fatto allo sviluppo sociale e politico dell'Italia intera.

154. Presentazione del libro "Psicopatologia e Carattere" di Genovino Ferri e Giuseppe Cimini

Un salone della Villa Comunale-Ponno di Roseto strapieno, tutti ad ascoltare gli autori Genovino Ferri e Giuseppe Cimini alla presentazione del loro libro. Il titolo, vale a dire Psicopatologia e Carattere - L'analisi reichiana, è stato diffusamente approfondito dal dott. Cimini, psichiatra e psicoterapeuta, mentre l'apertura è spettata al rosetano Ferri, anche lui psichiatra e psicoterapeuta, presidente della Siar, Società Italiana Analisi Reichiana, che ha voluto rompere subito il ghiaccio, cercando di coinvolgere il numeroso pubblico presente. A completamento delle riflessioni di stampo anche filosofico, c'era il prof. Giovanni Giorgio, docente di Filosofia Teoretica presso la Pontificia Università Lateranense. Molti sono stati gli approfondimenti e le sollecitazioni, che hanno decretato il successo della serata, sottolineato anche dalla partecipazione attiva delle persone presenti. Con una sintesi giornalistica estrema, alla fine le parole chiave della serata sono state: a) "conoscenza sostenibile", cioè la capacità che ha l'uomo di interessarsi al sapere e comprendere l'immensità del suo viaggio verso la conoscenza. Per tale motivo è indispensabile indirizzare le proprie forze verso ciò che interessa realmente. b) La locuzione "assenza del limite", che oggi contraddistingue molte persone che sembrano colpite da un'onnipotenza dovuta alla trasformazione della società, sempre più in competizione con il tempo. Tale velocità sta portando l'uomo a concepirsi oltre il normale limite dell'umano, senza più un confine da dover rispettare per "sé e l'altro da sé". c) Un "nuovo umanesimo" è l'ultimo dei tanti spunti usciti dai relatori e che è un po' sia una parola di speranza sia la chiave di volta di questa società, che sembra impazzita e succube della tecnologia, alla quale tutto sta concedendo. Un ritorno alla vera centralità dell'uomo, con i suoi limiti e le sue debolezze, può essere una delle soluzioni possibili. L'evento si è chiuso con una frase pronunciata dal prof. Giorgio: "Il libro di Ferri e Cimini è quasi indispensabile leggerlo, per cercare un nuovo inizio in ognuno di noi".

155. Convegno "Le prosepttive del turismo in Abruzzo"

Venerdì 11 aprile 2014 si è tenuto, presso l'aula magna dell'Istituto Moretti di Roseto, il convegno "Le prospettive del turismo in Abruzzo", in cui ha partecipato, in qualità di relatore, il dott. Enzo Giammarino, direttore  regionale della Confesercenti e presidente di Ecotur. L'incontro, organizzato in collaborazione con l'associazione culturale Cerchi Concentrici Promotor e curato dalla prof.ssa Lucia Alonzo, era rivolto agli studenti dell'indirizzo Turismo della scuola ed è stato molto interessante, dal momento che si è parlato di ciò che potrà accadere nei prossimi anni in questo settore specifico. Innanzitutto il dott. Giammarino ha sottolineato come la nostra regione, che oggi ha un'affluenza turistica di circa 7,5milioni di presenze, possa puntare per il prossimo futuro a raggiungere quota 10milioni, con la possibilità di avere migliaia di posti di lavoro in più. Il piatto forte rimane la costa teramana che da sola fa oltre i due terzi di tutto il turismo abruzzese. Ma bisogna - a detta del relatore - cambiare velocemente strada e puntare molto sul turismo-natura, sul miglioramento delle strutture ricettive, sulla salvaguardia del territorio e soprattutto sulla maggior cura dei nostri parchi, delle nostre riserve e delle nostre aree protette. Interessante è stata anche la partecipazione degli studenti che hanno potuto dialogare con il dott. Giammarino, proponendo domande mirate, riguardanti l'aspetto occupazionale.

156. Convegno "Il percorso della Legalità" dedicato alla memoria dell'Appuntato scelto Antonio Santarelli

Claudia e Irene, donne coraggio arricchite dalla fede

La moglie dell’appuntato Antonio Santarelli ha abbracciato Irene Sisi, la mamma di Matteo Gorelli il ragazzo condannato per la morte del carabiniere, avvenuta dopo un anno di agonia a seguito delle lesioni provocate dalla brutale aggressione. Si sono incontrate in occasione del convegno sulla legalità organizzato al Palazzo del Mare dall’associazione Cerchi Concentrici Promotor e dall’Associazione Nazionale Carabinieri

Il silenzio spezzato dagli applausi di una platea attenta e commossa nell’ascoltare il racconto di due donne accomunate da una stessa tragedia ma vissuta da situazioni contrapposte. E poi quel grande abbraccio, il dolore che la fede ha trasformato in amore, il perdono che è partito dall’anima, la sofferenza iniziale trasformata nella gioia di trasmettere i valori della legalità e nella voglia di vivere e di ritrovare la propria felicità e in chi ha spezzato sogni e progetti di una famiglia. Claudia Francardi e Irene Sisi, due donne coraggio, figlio di una tragedia, la morte dell’appuntato dei carabinieri Antonio Santarelli. Moglie del carabiniere vittima dell’aggressione brutale la prima, mamma di Matteo Gorelli, il ragazzo che armò la sua mano con un bastone con cui aggredì la vittima, l’altra donna. Entrambe hanno raccontato la loro storia, trasmettendo emozioni che hanno fatto vibrare i presenti. Momenti di grande commozione vissuti in occasione del convegno “Percorso della legalità”, organizzato al Palazzo del Mare di Roseto dall’associazione Cerchi Concentrici Promotor del professor William Di Marco con la collaborazione dell’Associazione Nazionale Carabinieri. Roseto che ha intitolato una piazza al carabiniere che tornava nella sua terra, l’Abruzzo, per trascorrere le vacanze. Parcheggiava la sua auto proprio in quella piazza che oggi porta il suo nome. Claudia e Irene ospiti d’eccezione, con la partecipazione del direttore del quotidiano Il Centro Mauro Tedeschini. Presenti anche gli studenti dell’istituto Moretti e del Liceo Saffo che nelle settimane passate avevano partecipato al concorso sulla legalità promosso dagli organizzatori dell’evento. Claudia Francardi ha ricordato i momenti di quella tragedia, l’aggressione nei confronti del marito quel 25 aprile del 2011 e il decesso avvenuto 13 mesi dopo, al termine di una lunga agonia. Donna di immensa fede e lo ha dimostrato quando ad un certo punto, parlando ai ragazzi, ha tirato fuori una bacinella con dell’acqua e all’interno c’erano un pezzo di roccia e una spugna. “Se abbiamo un cuore come la roccia, esso non è in grado di rilasciare l’amore, se non in poche gocce”, ha spiegato ai ragazzi e ai tanti presenti, “se invece il nostro cuore è come la spugna, esso assorbe ed è in grado allo stesso tempo di rilasciare molto amore”. Non ha mai chiamato Matteo Gorelli “assassino”, ma lo ha cercato col suo nome e oggi lo segue nel suo percorso di recupero. Un gesto apprezzato dalla mamma del giovane. L’aggressione avvenne 3 anni fa durante un normale controllo, nella Maremma, da parte del carabiniere nei confronti di un gruppo di giovani di ritorno da un rave party. Irene Sisi si è sentita in dovere di contattare e incontrare la moglie dell’appuntato. “All’inizio non pensavo potesse essere stato mio figlio”, ha raccontato, “poi al tg guardando lo sguardo di mio figlio ho capito che era stato lui. La colpa è mia che non ho saputo leggere i suoi silenzi, le sue angosce che poi lo hanno portato a fare ciò che ha fatto. Sentivo il bisogno di chiedere scusa”. Il perdono partito dal cuore e sospinto dalla fede, quel perdono che molto spesso resta intrappolato perché a prevalere è l’odio. Tanti i momenti che hanno strappato lacrime ai presenti. Un gesto straordinario quello di due donne che, unite da una tragedia per motivi diversi, oggi parlano ai ragazzi di fede e di legalità per costruire una società sana e migliore. (da Eidos n° 207)

 

157. Convegno al Moretti "Buon Compleanno Roseto (1860-2014)

Mercoledì 21 maggio alle ore 09:00, presso l'aula magna dell'Istituto Statale d'Istruzione Superiore "V. Moretti" di Roseto si è svolto il convegno storico Buona Compleanno Roseto (1860-2014) per i 154 anni dalla nascita del comune rivierasco. L'intervento d'apertura ha portato la firma di Mario Giunco, addetto culturale del Comune rosetano, nonché esperto di storia locale. La sua disanima è partita dall'importanza di simili eventi e dall'elogio nei confronti della scuola che ha organizzato la manifestazione, "perché il Moretti è sempre presente nelle ricorrenze che contano - ha ribadito Giunco - e ha dato dimostrazione nel corso degli anni di avere una grande competenza nel proporre agli studenti quegli appuntamenti storici che hanno caratterizzato il nostro territorio". Inoltre è stato sottolineato come simili iniziative rafforzino nei giovani il senso d'identità e di appartenenza non solo a una comunità o a un ente, ma all'istituto stesso, presente nella "città delle rose" ormai sin dal lontano 1968.

Il convegno, organizzato in collaborazione con l'associazione culturale Cerchi Concentrici Promotor, è continuato con la proiezione di una serie di diapositive preparate dagli insegnanti di Storia della scuola inerenti lo sviluppo nel tempo di Roseto e degli altri paesi della costa teramana.

158. La Festa del Moretti - Buon Compleanno Roseto (1860-2014)

La Festa del Moretti è diventata una tradizione per la scuola rosetana (la prima edizione risale al 2005), anche se da due anni non si svolgeva più. L'occasione è stata rispolverata grazie alla combinazione del convegno del 21 maggio, svolto nello stesso istituto, riguardante la nascita di Roseto, avvenuta 154 anni fa. Così la manifestazione di canti, balli, scenette e tanto spettacolo è diventata "La Festa del Moretti - Buon Compleanno Roseto (1860-2014)" con il solito palcoscenico del cinema-teatro Odeon. La bella serata (giovedì 22 maggio 2014) si è aperta con una proiezione del video realizzato dai ragazzi che hanno fatto parte del "Progetto Euroscola" dal titolo "Strasburgo 2014 - Un giorno da parlamentari europei". Infatti gli studenti del Moretti sono stati nello scorso mese di marzo nel Parlamento europeo e hanno vissuto un giorno intero come se fossero dei deputati continentali. Poi il piatto forte della sfilata (curata dalla prof.ssa Elisa Micucci e da Salvatore Gullotto), con tante creazioni apprezzate dal numerosissimo pubblico (famiglie e amici degli studenti). A seguire canti, balli, gruppi musicali, un violinista, un chitarrista e diverse scenette comiche, il cui bersaglio sono stati gli insegnanti, imitati dagli studenti.

Insomma, una serata piena di energia che rafforza sempre di più il senso di appartenenza al Moretti, una delle Scuole Superiori più importanti della provincia. L'organizzazione logistica è stata curata dall'associazione culturale Cerchi Concentrici Promotor.

159.  Piazze Illustrate, l'estemporanea di pittura per valorizzare le nostre piazze

Si aprirà con piazza Dante a Roseto e saranno chiamati a raccolta tanti giovani dei Licei e delle Scuole d'arte della zona. Il tema non poteva che essere... l'Inferno

L’estemporanea d’arte “Piazze Illustrate” prende forma dall’idea di Devis Ercole e Paolo Voto, con l’obiettivo principale di valorizzare il territorio, alimentandone l’attività culturale e commerciale. Attraverso la pittura, si intendono celebrare di volta in volta la piazza prescelta e il personaggio storico di cui porta il nome, coinvolgendo giovani artisti delle scuole d’arte delle province di Teramo e Pescara. In tal modo si vuole donare maggiore visibilità agli stessi e alle scuole da cui provengono. La prima edizione si svolgerà in piazza Dante Alighieri, durante tre date specifiche: sabato 7 giugno, sabato 5 luglio e sabato 9 agosto dalle ore 16 in poi. Per reclutare i talenti, è stato predisposto un bando di partecipazione rivolto alle tre scuole: Istituto Statale d’Arte “V. Bellisario” di Pescara, Liceo Artistico Statale “G. Misticoni” di Pescara, Liceo Artistico Statale “G. Montauti” di Teramo.

L’evento consisterà in un’estemporanea di pittura, il cui tema riguarderà la Divina Commedia. Per ogni data, dieci fra gli artisti selezionati realizzeranno un’opera riguardante rispettivamente l’Inferno, Il Purgatorio e il Paradiso. I quadri realizzati saranno esposti all’interno dei locali delle attività partner dell’evento fino all’appuntamento successivo. Nel corso del mese in cui resteranno esposte, i potenziali acquirenti potranno fare un’offerta. Le opere verranno assegnate al termine dell’asta al miglior offerente.

Ad ogni serata sarà presente una special guest, le cui creazioni saranno donate alle attività commerciali presenti in piazza. La location verrà allestita con dieci cavalletti, distribuiti lungo il perimetro della piazza, quattro stand commerciali concernenti l’arte e la letteratura e i riferimenti pubblicitari dello sponsor. L'organizzazione è dell'associazione culturale Oltre le Nuvole, in collaborazione con l'associazione culturale Cerchi Concentrici Promotor. Partner dell'evento saranno: Ristorante Locanda del Cerbero, Libreria Ubik, Fumetteria Comic Zone, Honesto Art Work.

160. Donazione di tre computer alla Biblioteca comunale di Roseto

La donazione è frutto della vendita del libro "I ricordi di Eidos" del Professor William Di Marco

Si è tenuta questa mattina, presso la Sala Giunta del Comune di Roseto degli Abruzzi, la conferenza stampa per presentare alla città la donazione di tre computer alla Biblioteca Comunale da parte dell'Associazione culturale Cerchi Concentrici Promoter. Questo importante dono alla collettività rosetana è frutto della vendita del libro "I ricordi di Eidos", scritto dal presidente dell'Associazione culturale, il Professor William Di Marco.
"Si tratta dell'ennesimo importante gesto che l'Associazione culturale Cerchi Concentrici Promoter ed il Professor William Di Marco fanno a favore della nostra città ed al quale non possiamo che dire grazie, perché ancora una volta si dimostrano in prima linea, non solo nel portare cultura ed organizzare eventi di grande rilievo, ma anche nel dare un concreto supporto per la crescita di Roseto" dichiara il sindaco di Roseto, Enio Pavone. "La Biblioteca Comunale è un punto di riferimento imprescindibile per la cultura cittadina ed i nostri giovani: avere quindi a disposizione nuovo materiale e nuove attrezzature permetterà di fornire un servizio sempre migliore".
Il volume, che sta riscuotendo grande successo di pubblico e di critica in questi mesi, consta di 184 pagine e contiene, come ha ricordato l'autore, il profilo di trenta protagonisti rosetani che appartengono a vari settori del sapere. Ci sono personaggi di tutte le estrazioni, del mondo dello sport, della cultura, dell'artigianato e delle professioni, che hanno contribuito a rendere Roseto quella che è riscontrabile oggigiorno.
"Per noi si tratta dell'ennesimo atto di "Bongenismo", cioè la realizzazione di una iniziativa destinata al sociale, importante poiché ci consente di dare una mano alla nostra comunità" sottolinea il Presidente dell'Associazione culturale Cerchi Concentrici Promoter, ed autore del volume, William Di Marco. "Perché abbiamo pensato alla Biblioteca Comunale? Perché è un gioiello della nostra cittadina, sia nella fruizione che nella sua gestione – prosegue Di Marco – un punto di ritrovo e confronto importante per i giovani, ma non solo".
"Si tratta di un nuovo importantissimo dono di cui, tra l'altro, la nostra Biblioteca aveva un gran bisogno" il commento del vice-sindaco e assessore alla cultura ed al turismo, Maristella Urbini. "La nostra è una struttura eccellente, forse un po' piccola, considerate le numerose presenze, ma molto organizzata. Proprio per questo abbiamo in animo un progetto che prevede la possibilità di decentrare un po' del nostro vasto materiale, pensiamo in particolare a libri doppioni, dandolo in gestione ad Associazioni che lavorano sul territorio, così da poter avere, anche nelle frazioni, uno spicchio importante della nostra cultura al servizio della cittadinanza".
Un sentito ringraziamento per la donazione di questi tre nuovi computer è arrivato anche dalla Direttrice della Biblioteca Comunale, Maria Antonietta Marinaro, che ha sottolineato come, negli anni, sia stato costruito un ambiente positivo, nel quale si lavora con grande passione. "La nostra è ormai una sorta di "famiglia allargata", con tanti giovani, ma non solo, che vivono e frequentano la Biblioteca. Sono infatti tante le casalinghe, gli anziani, o anche i turisti, che una volta scoperta la nostra struttura, continuano a frequentarla. Un attestato di stima che ci fa tanto piacere e, sono certa, questi nuovi computer saranno molto utili ai nostri fruitori".
A margine della conferenza i rappresentanti dell'Associazione culturale Cerchi Concentrici Promoter hanno voluto ringraziare l'Amministrazione comunale per la vicinanza alle numerose iniziative culturali messe in atto e ricordare quanto di importante è stato fatto negli anni, nei confronti della città, grazie ad azioni di "Bongenismo". "Sono stati acquistati defibrillatori, realizzati due impianti multimediali, uno presso il Museo di Montepagano, l'altro presso il Palazzo del Mare, sono stati acquistati giochi per le scuole materne e realizzato un monumento per i 150 anni della città posto sul Lungomare, tutte azioni concrete rese possibili grazie ad iniziative a favore del territorio – il pensiero del vice-presidente dell'Associazione, Martina Bidetta – non ci fermeremo però qui, sono diverse le iniziative in cantiere, con le quali ci auguriamo di poter fare nuove donazioni a favore della nostra città".

161. Secondo appuntamento per "Piazze Illustrate" in piazza Dante a Roseto

È stata dedicata al Purgatorio della Divina Commedia la seconda data di Piazze Illustrate, recente iniziativa dedicata all’arte e alla cultura con l’obiettivo di valorizzare le piazze e i talenti del territorio abruzzese. I giovani organizzatori Paolo Voto, Devis Ercole ed Emanuela Collevecchio, in collaborazione con le associazioni culturali Oltre le Nuvole e Cerchi Concentrici Promotor, hanno organizzato una giornata all’insegna della cultura e del divertimento per adulti e bambini di tutte le età. Sabato 5 luglio 2014, a partire dalle 16.00, in Piazza Dante Alighieri a Roseto degli Abruzzi, dieci giovani artisti delle scuole d’arte delle province di Teramo e Pescara hanno realizzato in estemporanea un’opera riguardante il Purgatorio. Ma non è tutto: dalla pittura alla musica, dall’artigianato alla letteratura, fino all’intrattenimento per i bambini, tutti gli appassionati di cultura sono stati accompagnati alla scoperta della Divina Commedia attraverso tre date. Un tema per ogni edizione per approfondire i tre libri di uno dei più grandi capolavori letterari di sempre. Hanno collaborato all’iniziativa: ristorante Locanda del Cerbero, libreria Ubik, fumetteria Comic Zone, Honesto Art Work, yogurteria YogurtArt, centro estetico Daniela Lelli, negozio vintage per bambini Il Fiore Magico, birrificio God Save the Beer, pizzeria Le Barrique, Iachini Gioielli, Lido Celommi, Lido La Bussola, Lido Oasis, Caffè Salotto, Bar Aurora.

163. "Incontri Letterari": un appuntamento di alto spessore grazie all'intervento della professoressa Manuela Racci

Alle volte corriamo nel nostro quotidiano, sapendo di non avere una meta. È come se andassimo verso l'ignoto, pur se tutto ciò ci fa paura. Ci dicono, gli esperti, che è il prezzo della modernità, che è il destino di ognuno di noi non avere più un freno per guardare con uno sguardo diverso quello che accade intorno con le dovute pause. Il "fermate il mondo voglio scendere" non è contemplato, sarebbe un po' come se si rinunciasse a tutto quello che finora si è conquistato.

Eppure non è proprio così e alle volte esistono degli spazi dove il fermarsi a sentire è qualcosa di vitale, al punto tale che la nostra anima, dopo l'ascolto, ne esce rafforzata e rinvigorita. E tutto ciò è accaduto con il primo appuntamento di "Incontri Letterari" che si è tenuto il 28 e 29 luglio scorso presso il lido La Vela di Roseto. A veicolare il senso profondo e anche un po' inusuale della letteratura è stata la professoressa Manuela Racci, che per due sere è come se fosse andata in "estasi", facendo parlare più che il suo cervello, il suo cuore. E quell'anima così partecipativa è venuta fuori tutta, coinvolgendo il folto pubblico presente, ammaliato in entrambe le conferenze. Se nella prima sera si è parlato di letteratura come quasi una terapia del nostro spirito (non per niente l'insegnante di Forlì è docente presso l'Accademia Opera di Roma della cattedra in Biblioterapia), nel secondo appuntamento l'attenzione è ricaduta sul più grande poeta di tutti i tempi, Dante Alighieri, che, grazie agli approfondimenti della prof.ssa Racci, è diventato subito più familiare alle tantissime persone, tutte attente a seguire il viaggio attraverso la Divina Commedia, come se fossero dentro ai tre regni ultraterreni. Emanuela Racci in questi due giorni ha potuto apprezzare i diversi gesti di affetto che le persone le hanno donato nel dopo conferenza, rimanendo rapita dall'Abruzzo in generale e da Roseto in particolare per le doti umane che ha trovato nella gente. Grazie professoressa e grazie anche ai tanti Rosetani che hanno partecipato con entusiasmo.

164. XVI Edizione de "La Cultura in cammino"

Il fascino del cervello spiegato dal dott. Angelo Cioci

Nel primo dei tre appuntamenti lo studioso rosetano ha analizzato, di fronte a un numeroso pubblico, gli aspetti dei livelli cognitivi. Attesa per i prossimi due incontri

È ripartita "La Cultura in cammino" - sezione autunnale - della Cerchi Concentrici Promoter, giunta alla XVI edizione, alla quale hanno collaborato anche l'Istituto Moretti e l'Associazione Italiana di Neuropsicologia (Ainp). La prima tappa di questo nuovo ciclo, tenutasi il 14 ottobre scorso presso l'aula magna del "Vincenzo Moretti" di Voltarrosto, è stata curata dal dott. Angelo Cioci, una delle autorità mediche più conosciute nella nostra zona e collaboratore ormai da tantissimi anni dell'Università di Bologna, dove ancora oggi insegna Neuropsicologia ed è Specialista in Psicologia Medica. Il tema principale, estrapolato nell'ambito del tema "Alle origini della longevità cerebrale" ha riguardato il focus "Organizzazione funzionale del sistema nervoso".                         

In primis, è stata ribadita l'esistenza di diversi quozienti intellettivi, quali l'intelligenza che si acquisisce alla nascita (genetica) e quella dall'ambiente in cui si vive (organizzazione neurologica) che permette di avere una più o meno accentuata capacità di apprendere.

Un'altra tematica particolare, che ha colpito il numeroso pubblico presente formato da diversi docenti e tantissimi ragazzi, è stata la scoperta dell'esistenza di due diverse tipologie di persone: a) i SOTTOCORTICALI (o sotto l'encefalo), che sono coloro che non crescono intellettivamente, in cui nella seconda età si può ancora vedere il bambino che c'è in loro; b) i CORTICALI (o sopra l'encefalo), i quali sono, invece, coloro che sono cresciuti e che risultano più maturi.

Da questo è anche emerso che la Crescita Funzionale non sempre va al passo con l'età di un individuo. Molte sono state le curiosità espresse da parte dei ragazzi, che hanno spinto, dopo l'intervento d'apertura, a fare delle domande al dott. Cioci che è stato gentilissimo e molto efficace nel rispondere. Con delle frasi ad effetto (colorate anche con espressioni dialettali) ha trasmesso alcuni concetti fondamentali, tra i quali quello che ognuno di noi dovrebbe credere nelle proprie potenzialità, perché non è importante solo essere abbastanza intelligenti, ma occorre avere la curiosità, in quanto la vita deve essere contraddistinta da un costante lavoro di ricerca. Infatti l'educazione cerebrale è continua e ogni giorno non si smette mai di imparare.

Il lungo applauso finale dei numerosi presenti ha sentenziato il successo di questo primo incontro. I prossimi si terranno, sempre nell'aula magna del Moretti, martedì 11 novembre alle 15:30 (Evoluzione psicoemotiva - Ansie e relative somatizzazioni) e martedì 2 dicembre alle ore 15,30 (Espressività cognitiva - Linguaggi e comunicazione). (Emanuela De Luca e Letizia Ferrini

165. A "La Cultura in cammino" si è parlato del tema Alle origini della longevità celebrale. L'evoluzione psico-emotiva. Relatore il dott. Angelo Cioci

L'incontro, molto interessante svoltosi nell'aula magna dell'Istituto Moretti, ha attirato un numeroso pubblico, pronto alla fine a porre una serie di domande

Si è tenuto presso l'aula magna dell'istituto V. Moretti il secondo incontro della XVI edizione de "La Cultura in cammino", che ha trattato il tema "L'evoluzione psico-emotiva, ansia e relative somatizzazioni". Ospite dell'evento è stato il dott. Angelo Cioci, docente di neuropsicologia e specialista in psicologia medica. In apertura si è parlato della crescita psico-emotiva, di come essa influenzi le reazioni a determinati eventi e di come, nonostante la sua importanza, tale argomento venga spesso trascurato. Successivamente il docente ha spiegato la differenza tra i due emisferi celebrali: destro e sinistro. Nei mancini l'emisfero destro è quello che predomina, viceversa nei destrimani. A differenza del periodo infantile, quando i bambini non hanno ancora sviluppato un emisfero predominante, è fondamentale che negli adulti uno dei due prevalga, questo perché nella parte più bassa del sistema nervoso c'è una zona in cui sviluppiamo le reazioni attraverso le trasgressioni; se non c'è la preminenza di un emisfero sull'altro non si avrà la possibilità di filtrare e controllare le emozioni derivanti dalla realtà che ci circonda, così come avviene nei bambini. Salendo poi si raggiungerà il mesencefalo, il terzo livello, cioè il "cervello di mezzo". Il dottore ha puntualizzato l'importanza di possedere qualità dialettiche ben sviluppate, paragonandole a un biglietto da visita. Ha anche esplicato che un emisfero diventerà prevalente in un dato momento della nostra vita. In caso non avvenga una netta predominanza e ambedue gli emisferi fossero sullo stesso piano, si avrebbe una situazione di bipolatirà; questa circostanza può scatenare fenomeni di ansia, stress e andare a intaccare le funzioni della tiroide o causare disturbi legati al sonno, dato che verranno prodotte sostanze tipo l'adrenalina che, in grandi quantità, possono diventare dannose; pertanto mantenere sotto controllo le emozioni è necessario per riuscire a trasformale in sentimenti ed evitare che diventino somatizzazioni. La prima tappa per una crescita psico-emotiva è il riuscire a controllare il dispiacere, individuare da dove esso arrivi e riuscire a gestirlo. Una volta raggiunti i livelli corticali più alti, la persona non si accontenterà più delle semplici emozioni, ma cercherà di capirle e comprenderle. La cultura, come mezzo di intermediazione tra studente e informazione, è il mezzo più funzionale per lo sviluppo psico-emotivo. I docenti delle scuole, soprattutto elementari, dovrebbero creare nelle classi una situazione di parità in modo tale che ogni alunno sia in grado di esprimere le proprie potenzialità. Il convegno si è concluso con una serie di domande poste da docenti e alunni presenti, tra le quali una riguardante proprio gli studenti: "Perché certi ragazzi sono più inclini alla trasgressione rispetto ad altri, e quando le trasgressioni possono diventare dannose?" Per rispondere alla domanda il dottore ha descritto una normale mattinata in un aula e ha spiegato che le trasgressioni, entro i limiti dell'educazione, possono creare anche una migliore atmosfera tra gli studenti, ma quando esse passano il confine delle buone maniere e sfociano in volgarità o linguaggi scurrili, diventano dannose. Certi elementi sono caratterialmente più portati ad avere atteggiamenti inappropriati; responsabilità di ciò deriva da come essi hanno affrontato i primi anni di scuola e a che livello psico-emotivo essi sono arrivati. Per correggere questi comportamenti è necessario l'intervento degli insegnati, essendo la scuola, dopo la famiglia, il secondo punto fermo che ogni ragazzo ha.(da Eidos n° 119)

166. Presentato il libro Scritti (2007-2011) di William Di Marco. Una finestra a Roseto aperta sul mondo

Ancora una volta tantissimi Rosetani e molti amici dei paesi limitrofi hanno partecipato al "vernissage" di un libro dello storico e scrittore, che ha saputo coinvolgere diversi personaggi locali. Un modo per aprire Roseto a un nuovo crogiuolo di culture

Si intitola semplicemente Scritti (2007-2011), l'ultimo libro di William Di Marco, edito da Verdone, presentato nella location classica dei libri di William: la sala "Piamarta" del Sacro Cuore, al centro di Roseto. Ed io adesso dovrei raccontarvi questa serata; questa altra bella serata rosetana. Ma, confesso, non so da dove cominciare. Ed allora del libro, che riprende dalle notissime riviste Eidos e Chorus, non parlo, così lo acquistate, visto che il ricavato, come per tutti gli altri libri di William Di Marco, andrà per opere di pubblica utilità. Mi piace dire, invece, della sala, dell'atmosfera, dei presenti. E comincio da una presenza davvero d'eccezione: Daniela Musini, attrice di teatro rosetana, forse una delle migliori interpreti di D'Annunzio nei teatri di tutto il mondo. Era qui oggi, nel giorno del suo compleanno. Era qui, nella sua città, il cui nome fa scrivere in tutti i cartelloni degli spettacoli nel mondo cui partecipa. Era qui, nella Città dove presto tornerà ad abitare. Era qui nella città del maestro Francesco Pincelli, che la iniziò alla musica. Era qui insieme alla sua amica Maristella Urbini, che di Roseto è vicesindaco, ma che ha rivolto un saluto non da donna che fa politica, ma da "Rosetana della zona del Sacro Cuore, quando il nostro mondo era qui". Qui, appunto, era Daniela Musini, per leggere un brano del libro di William, alla fine del quale molti in sala, attrice ed autore compresi, avevano gli occhi lucidi. Perché? Perché si è visto quell'amore per Roseto, per l'arte e per la letteratura, che ti apre al mondo senza dimenticare da dove sei partito. Ma c'era, in sala, una stratificazione anagrafica e sociale che "fa" Roseto. A cominciare da un giovanissimo talento rosetano della chitarra: Antonio Di Gabriele, cui si stanno per schiudere i palcoscenici televisivi nazionali. Che ha la musica nel sangue, e piace molto anche alle ragazze, non escluse quelle in sala, uditi gli applausi. C'erano poi Mario Giunco e Antonio Di Felice, i dotti relatori ufficiali della serata. C'erano Pio Rapagnà e Giovanna Forti, gli ex-sindaci Nicola Crisci e Franco Di Bonaventura, con la sua gentilezza di sempre. C'era Franco Sbrolla e l'ex-campione del calcio Gabriele Matricciani. C'era Emidio D'Ilario e tanti tanti altri rosetani che non posso citare tutti perché non ricordo i nomi. Nello spirito, citati da Mario Giunco, c'erano poi anche Gigino Braccili e Raffaele D'Ilario, indimenticati ed indimenticabili. Ecco, come fai a parlare del libro, quando sei immerso in questo crogiolo? Il libro "è" questo. Con la sua analisi e la proposta finale di una grande opera ecologica: una pista ciclabile lunga tutto l'Adriatico al posto della ferrovia, magari opportunamente arretrata all'interno. Ma ripeto, non è del contenuto che vorrei dire. Ma di una sensazione. Che è questa: i lavori di William Di Marco e della sua "Cerchi Concentrici" io li vedo così: "una finestra a Roseto aperta sul mondo". Ed è tutto dire. (da Controaliseo)

RIQUADRO

Il ricavato della vendita del libro servirà per un'opera di utilità pubblica, come è già avvenuto in passato con le altre pubblicazioni. Ecco le iniziative nel sociale (Bongenismo) realizzate dalla Cerchi Concentrici Promotor grazie ai proventi ottenuti dai seguenti libri di William Di Marco:

  • Roseto e le sue storie, Sigraf, Pescara, 2006 Acquisto di un defibrillatore per il primo intervento di assistenza a Roseto
  • I viaggi di Eidos, Andromeda Edizioni, Castelli, 2007Acquisto di due defibrillatori (con la partecipazione della Tercas) per le squadre amatoriali rosetane di calcio
  • Romanzo Incidentale – Simone lo sa, Cerchi Concentrici Promotor Edizioni, Roseto, 2009Realizzazione dell'impianto multimediale al Museo della Cultura Popolare di Montepagano
  • 150 Anni. La storia di Roseto (1860-2010), Cerchi Concentrici Promotor Edizioni, Roseto, 2010 Realizzazione del monumento ai 150 anni di Roseto degli Abruzzi posto al centro del lungomare
  • Angelo Lipari e Leonardo Gotti. Storia di due Prefetti teramani, Verdone Editore, Castelli, 2011 Acquisto di giochi per i bambini delle Scuole Materne di Roseto
  • I Beatles - L'avventura più bella del mondo, Verdone Editore, Castelli, 2012 Realizzazione dell'impianto multimediale al Palazzo del Mare di Roseto
  • I Ricordi di Eidos - Trenta profili di personaggi rosetani, Verdone Editore, Castelli, 2014 Acquisto di n° 3 computer donati alla Biblioteca Comunale di Roseto degli Abruzzi
  • Scritti (2007-2011), Verdone Editore, Castelli, 2014              ?

167 - Tanta gente presente al vernissage del libro "Guarda il mondo con il cuore"

Lo scenario è stato indovinatissimo, vale a dire l'Hotel Villa Paris. Poi c'erano molteplici persone, molte delle quali provenienti dal mondo della scuola. Così la prof.ssa Franca Prosperi domenica 23 novembre ha potuto dare il meglio, anche in termini organizzativi, per presentare alla collettività il suo libro dal titolo Guarda il mondo con il cuore, il cui sottotitolo "Poesie, filastrocche e girotondi per piccoli e grandi" spiega bene l'intento dell'autrice. Sono intervenute Maria Gabriella Di Domenico (dirigente scolastico all'Istituto Comprensivo I di Roseto) e Maria Cristina De Nicola (dirigente tecnico Ufficio Scolastico Regionale Abruzzo), le quali hanno parlato sia dell'excursus scolastico della Prosperi sia del linguaggio utilizzato nelle varie poesie. Interessanti e graditi sono stati anche gli interventi di: Eleonora Di Cintio (soprano) e Massimo Di Gaetano (chitarra), che hanno proposto musiche di Mozart; gli attori Luigi Falcone e Luisa Di Luigi, accompagnati alla chitarra da Fabrizio Medori, i quali hanno declamato alcune poesie del libro. Una bellissima serata di contaminazione artistica.

168. Si è concluso il terzo convegno sulla longevità del cervello dal titolo "Espressività cognitiva (linguaggi e comunicazione)" tenuto dal dott. Cioci

Il dottore rosetano si è ulteriormente soffermato sull'esistenza e sulle funzioni relative ai due emisferi che compongono la corteccia cerebrale: l'emisfero destro e quello sinistro

"Espressività cognitiva (linguaggi e comunicazione)": è stato questo il tema trattato il 2 dicembre scorso nell'ultimo incontro del percorso autunnale della XVI edizione de "La Cultura in cammino", tenutosi presso l'aula magna dell'Istituto Vincenzo Moretti. Protagonista dell'appuntamento, come dei due precedenti, è stato il dott. Angelo Cioci, docente di Neuropsicologia e Specialista in Psicologia Medica. Riprendendo il discorso lanciato precedentemente sulle origini della longevità cerebrale, si è parlato dell'importanza della capacità espressiva. Da alcune osservazioni è emerso che non sempre le persone dotate di un quoziente intellettivo maggiore ottengono risultati migliori di altri nelle relazioni sociali o sul lavoro. Infatti tale competenza va acquisita fin dall'infanzia mediante l'istruzione scolastica, la cui chiave di volta è rappresentata dal quoziente educativo. In seguito il dottore si è ulteriormente soffermato sull'esistenza e sulle funzioni relative ai due emisferi che compongono la corteccia cerebrale: l'emisfero destro - ovvero la parte creativa, emotiva e primitiva del nostro cervello - ha il compito di elaborare la sintesi delle percezioni restituendo le cognizioni all'emisfero sinistro - vale a dire quell'angolo di cervello più razionale specializzato nella comunicazione e nel linguaggio - manifestando in tal modo una visione ottimale della realtà. Se ciò non si verifica, insorgono dei disturbi relativi ad uno scorretto equilibrio tra le due metà, che rivelano alcune difficoltà di apprendimento. Tuttavia l'individuo acquisisce un livello di sviluppo del linguaggio inferiore rispetto a quello che dovrebbe avere per la sua età, nonostante abbia un normale grado di intelligenza. Tali indisposizioni possono provocare dislessia o balbuzie, in quanto non vi è un'organizzazione neurologica ottimale. Nel caso in cui si presenta la predominanza dell'emisfero destro, i soggetti possono raggiungere un linguaggio metacorticale basato sulla capacità critica, o meglio quella padronanza di rielaborare i concetti e trasmetterli ai terzi con dovute riflessioni. A tal proposito sono sorte domande attinenti ad alcune curiosità e aspetti professionali della materia. Da questa interazione è emerso che in alcuni Paesi europei, come la Danimarca, i bambini, in base allo sviluppo del loro linguaggio sottocorticale, possono accedere alle Scuola Elementare anche in un'età inferiore o superiore a quella prestabilita. Rispetto a tale argomento il dott. Cioci ha puntualizzato l'assenza in Italia di tale impostazione e questo porta a non comprendere sino in fondo quando un bambino può essere pronto per affrontare un percorso scolastico, introducendo sin da subito nella carriera personale degli alunni discrepanze che poi, solitamente, non vengono recuperate. (da Eidos n° 220)

 


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William Di Marco

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William Di Marco è autore di saggi, racconti e romanzi. Insegna materie letterarie nelle Scuole Superiori ed è docente-assistente in Storia Contemporanea all'Università...
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